Il cammino dell'Italia verso Euro 2016 è tracciato, resta da definire il futuro prossimo di Cesare Prandelli. Il ct, che dopo il Mondiale potrebbe non essere più sulla panchina, definisce quello partorito dall'urna di Nizza «un girone impegnativo», supportato dal presidente del Coni Malagò. In realtà non sembra così difficile, visto che l'unico spauracchio è la Croazia, assegnataci in sorte dalla mano di Zoff, uno dei 13 portieri protagonisti della kermesse in Costa Azzurra. Confrontandolo infatti con quello che ci ha condotto al Mondiale brasiliano con due turni di anticipo, riecco Bulgaria e Malta (la prima superata dall'Italia 9 volte su 17, la seconda sempre sconfitta nei sei precedenti), c'è il modesto Azerbaigian che non vale l'Armenia, c'è la Norvegia inferiore ai «cugini» danesi (sarà la nostra prima avversaria il 9 settembre prossimo) e appunto la Croazia, arrivata in Brasile con i playoff e finita al tappeto contro gli azzurri solo una volta (72 anni fa!) in 7 confronti - l'ultimo l'1-1 di Poznan a Euro 2012.
«Croazia e Bulgaria sono potenziali vincitrici del gruppo, la Norvegia è una buona squadra e l'Azerbaigian è in crescita», così Prandelli, il cui futuro potrebbe essere chiarito subito dopo l'amichevole del 5 marzo con la Spagna: il presidente Abete spera ancora di trattenerlo, Allegri e Zaccheroni in pole per la successione. «Non faccio polemiche, non è mio costume: ma Russia, Italia e Portogallo, teste di serie degli ultimi tre gruppi, sono state penalizzate dal sistema di sorteggio», aggiunge il ct. Di fatto per passare basterà vincere le gare in casa.
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