Jorge vince il derby spagnolo Bis mondiale in attesa di Vale

Un solo giro, tanto è durata la gara di MotoGp a Phillip Island, penultima prova del motomondiale. Un'altra gara fin troppo lineare, specchio dell'andamento lento di questa stagione. Mentre Pedrosa, al comando, scivolava e Stoner prendeva il largo, per Lorenzo iniziavano 26 giri di concentrazione. Obiettivo non cadere nel tranello della noia, lasciar perdere il ritmo indiavolato dell'australiano della Honda e conquistare l'ennesimo secondo posto della stagione (quarto consecutivo), funzionale alla vittoria del titolo mondiale. Anche in Australia si è rivisto lo Jorge ragioniere della seconda parte di stagione, quello che ha saputo accontentarsi quando la Honda ha messo in campo una moto con soluzioni prese dalla RC versione 2013, a 25 anni è ormai pilota maturo e naturale favorito per gli anni a venire.
Lorenzo ieri ha bissato il mondiale 2010 nella classe regina, poker nel motomondiale contando anche i titoli 2006 e 2007 nella 250: «Ma questo è il più bello - ha detto - perché combattuto fino alla fine. Sono sempre arrivato tra i primi e ho gestito la situazione senza commettere errori. Dopo l'infortunio dello scorso anno sembrava ci fossero dubbi sul mio recupero ma ora sto vivendo un momento bellissimo».
Pedrosa si è ritrovato ai box a leccarsi le ferite, un po' per la caduta un po' per aver mancato ancora una volta il bottino grosso proprio a un passo dal traguardo: «Sono più triste che deluso, complimenti a Lorenzo» ha detto alla fine. Ci ha provato in tutti i modi con cinque vittorie nelle ultime sette gare, ma la regolarità del connazionale non gli ha lasciato scampo: Lorenzo ha chiuso il discorso a una gara dalla fine con sei vittorie, dieci secondi posti e un solo ritiro.
Casey Stoner rientra invece nella categoria dei soddisfatti, nonostante la caviglia malconcia ci teneva a salutare il pubblico di casa con una vittoria delle sue. L'australiano ha fatto piazza pulita degli avversari sin dai primi giri, godendosi il saluto dei tifosi nel finale. Sesta vittoria consecutiva in Australia, tra due settimane a Valencia saluterà il motomondiale: «Nessuno capisce perché lascio ma non ho rimpianti, altrimenti avrei continuato. Un ritorno nelle corse? In futuro mai dire mai…». Sarà sostituito dallo spagnolo Marc Marquez, laureatosi proprio ieri campione in Moto2. Cal Crutchlow (Yamaha) ha completato il podio, seguito da Dovizioso, Bautista e Bradl.
Valentino Rossi ha chiuso nuovamente settimo, posizione suo malgrado preferita di quest'anno, seguito dal compagno di squadra Hayden: «Era il massimo che potevo fare con questa moto, abbiamo avuto i soliti problemi» ha detto il Dottore. L'agonia in Rosso è sempre più vicina alla fine e l'analisi dell'esperienza in Ducati è lucida ma spietata: «Ho calcolato che sono caduto 7 volte quest'anno, di cui 6 in staccata quando freno con la moto ancora dritta. Ci sono 2-3 problemi grandi che con il set-up non si riescono a risolvere. Auguro a Ducati di migliorare le cose nel prossimo anno». La mente corre già alla Yamaha, che proverà a Valencia il giorno successivo alla gara: la moto del campione del mondo, che nei test di agosto era già andata molto forte. La nuova gerarchia, Lorenzo intoccabile, e le ultime due cattive stagioni non gli consentono dichiarazioni roboanti ma si capisce quanto Valentino attenda il 2013 per il riscatto: «Complimenti a Jorge, sarà difficile batterlo. Quanto a me devo provare prima la M1, poi avrò le idee più chiare. L'obiettivo è di lavorare bene per tornare a divertirmi di più». Lo stesso obiettivo che suggerisce anche alla Dorna: «Penso che sia importante per gli organizzatori lavorare sullo spettacolo e gli equilibri in pista.

La MotoGP è più noiosa di Moto3 e Moto2, qui vince la ricerca tecnica, l'elettronica e le gomme che permettono di tenere lo stesso passo dall'inizio alla fine. Bisogna trovare il giusto compromesso tra spettacolo e ricerca tecnica, per favorire i sorpassi».

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