Torino. Shevchenko contro la Juventus è immagine forte che riporta alla finale di Champions 2003: fu infatti proprio l'ucraino a segnare il rigore decisivo spedendo per l'ennesima volta i bianconeri all'inferno delle finali perse. Stasera, alla guida del Genoa che in classifica arranca e che con lui alla guida ha conquistato un punto in tre partite senza mai segnare, l'ex rossonero cercherà un'altra impresa: più o meno disperata in realtà, viste le mille assenze che dovrà fronteggiare e la difficoltà che una partita contro la Juve porta sempre con sé. Vero che questa versione della Signora ha già perso tre volte in casa, vero anche che qualche piccolo segnale di ripresa c'è stato e che il dna è comunque quello di una squadra che deve per lo meno avere nel mirino l'accesso alla Champions. «Non possiamo steccare è la consapevolezza di Allegri -. L'unica cosa che dobbiamo fare è mettere insieme un filotto di vittorie». Il che, proponendo poi il calendario Venezia, Bologna e Cagliari, non dovrebbe essere impossibile. Poi, certo, il periodo è quello che è anche fuori dal campo. «Credo non ci sia nulla da commentare ancora Allegri -. Noi pensiamo solo al calcio: ci vorrà un po' per riprenderci la scena».
Una scena che nel frattempo è passata all'indagine sulle plusvalenze, all'ormai famosa carta Ronaldo e alla continuità aziendale che potrebbe essere messa in pericolo nel caso in cui l'aumento di capitale di 400 milioni non andasse totalmente a buon fine. Intendiamoci: Exor ha già sottoscritto la propria parte (per 255 milioni) e la Consob, come sarebbe stato in suo potere, non lo ha congelato. Né le banche che si erano impegnate a rilevare l'eventuale inoptato (fino a 145 milioni) hanno lasciato intuire che vorrebbero tirarsi indietro: se poi anche succedesse, la società avrebbe tempo fino al 2024 per trovare acquirenti di quella quota, non escludendo nemmeno la possibilità che sia la stessa Exor a versarla.
E quindi: il periodo resta pessimo, ma dal punto di vista della solidità economica non sono immaginabili tracolli clamorosi. Alla peggio, la Juventus avrebbe meno possibilità di intervenire sul mercato e più necessità di risparmiare cifre sostanziose.
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