Il Mi-To, cioè il Milano Torino, è una bevanda, per favore non dite o scrivete drink, inventata al bar Camparino attorno al Milleottocentosessanta. Una parte di Campari, creato a Milano, un'altra di Vermouth, proveniente da Torino, il gioco era ed è fatto. Milano Torino è un aperitivo di buon calcio nel prossimo turno di campionato. Prendete Juventus-Inter, venerdì sera e aggiungete Milan-Torino di domenica, il gusto è lungo, il sapore intenso, un incrocio di football che, verificate la classifica, riporta gli ingredienti alla storia antica di queste due città e di queste quattro squadre. Tutte, oggi, promosse nelle coppe continentali, tre nella più importante, con il rilancio del Milan grazie a Gattuso, la straconferma della Juventus e la marcia a sussulti dell'Inter, mentre il Torino di Cairo & Mazzarri si è ripreso dopo un avvio goffo e insicuro. Non capitava da un ventennio e più, stando all'almanacco dalla stagione Novantatré-Novantaquattro, tra coppa dei Campioni (Milan al trionfo) e coppa Uefa (Inter vincitrice, Juventus eliminata ai quarti come il Torino in coppa delle Coppe).
Bei tempi che sembrano ritornare, almeno in questo autunno inverno di serie A. Cambiate le proprietà di tre su quattro, resta la Juventus degli Agnelli, più solida di prima mentre le altre hanno vissuto debiti e umiliazioni, Urbano Cairo ha restituito denari e dignità a un club storico, però messo alla berlina, come quest'ultimo Milan dell'era post berlusconiana, preso in giro da sedicenti investitori cinesi o affini per poi tornare a respirare con le finanze vere e non artificiali del fondo Elliott, così come la grande Inter di Moratti finita in mani orientali di pura speculazione, prima di passare, definitivamente, all'impero finanziario di Suning. C'è polpa, dunque, e non chiacchiere da propaganda, ci sono obiettivi diversi ma è una ventata di aria fresca che mette ottimismo.
E' vero che la Juventus sta uccidendo qualunque sogno, lo sta facendo da sette anni, sembra avviata all'ottava stagione di dominio ma venerdì prossimo l'Inter ha almeno la possibilità di molestare la dominatrice, anche se le ultime apparizioni della squadra non possono sollecitare entusiasmi. Tra Milan e Torino, piuttosto, c'è la strana voglia di sparigliare i pronostici. Gattuso è uno spiccio, non piace alla gente che piace ma sa di football e non lo spaccia come depositario di giochi e giocate, il suo piccolo Milan sa essere grande, mai grandioso non avendo i mezzi, cioè gli uomini. Il Torino sta bene così a Cairo e un po' meno a Mazzarri che sta riducendo il numero di sigarette ma fuma dalle narici ogni volta che i suoi sbagliano una ripartenza, una triangolazione, una copertura difensiva. Il quarto posto del Milan e il sesto del Toro sembrano un anticipo dei regali natalizi ma non c'è da sorprendere considerato che le altre stanno organizzando un ciapanò perfetto.
Si torna, dunque, alle sfide di una volta anche se questo incrocio di calendario fa tornare alla menta la data fetida del ventitré di marzo dell'Ottanta.
Vinse il Torino a San Siro, con i gol di Zaccarelli e Pulici, l'Inter le buscò al Comunale punita da Bettega e Fanna ma quello fu il giorno nel quale il calcio finì in galera, tredici arresti, alcuni plateali, negli stadi d'Italia per lo scandalo scommesse, manette a Milano, vergogna e tutto il resto. Memorie antiche sgradevoli da ricordare e raccontare. Stavolta si gioca senza inganno, due città, quattro squadre, 77 (o 79) scudetti, la storia del nostro calcio. Più di un aperitivo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.