Juve alla prova del nove. Serve un "13" da scudetto

Un tabù per i campioni d'Italia: non vincono al San Paolo dal Duemila. Il Napoli spera nel risveglio di Cavani che sa come castigare la Signora

Juve alla prova del nove. Serve un "13" da scudetto

Tutti lo sanno, nessuno lo ammette: dare una spolverata alla voce «vittorie» in quel del San Paolo equivarrebbe a mezzo scudetto. Il secondo consecutivo, con tanti saluti a chi sperava in una Juventus una tantum: scappare a +9 significherebbe salutare la compagnia ed è quello che la truppa di Conte intende provare a fare domani sera. «Se ci mettiamo a fare calcoli, combiniamo disastri», ha già spiegato Buffon. E del resto basta fare un salto indietro alla scorsa stagione per capire che si tratterebbe di fuga verissima, visto che il +4 del Milan sulla Signora, allo stesso punto del campionato, era stato etichettato appunto come tale: poi tutti ricordano come andò a finire quell'avventura, ma questo è un altro discorso e comunque domani sera il margine potrebbe essere più che raddoppiato. Perché ciò avvenga, urge appunto una spolveratina: la Juve non vince infatti a Napoli dal 30 settembre 2000, Kovacevic e Del Piero in gol, con Conte in campo a sudare e sbraitare.

Tre pareggi e quattro sconfitte dopo, con dieci gol fatti e diciotto subiti, la Juventus ci riproverà sulla scia del clamoroso 3-3 dell'anno scorso: sotto prima 0-2 e poi 1-3, ci pensarono Matri, Estigarribia e Pepe a rimettere in piedi un match praticamente perso regalando alla Juve autostima e consapevolezza al punto che a fine stagione non si sarebbe contata nemmeno una sconfitta. Erano nati gli «Invincibili» - copyright Andrea Agnelli - ma non è che quelli di quest'anno vadano peggio: se è vero infatti che hanno già perso quattro partite, lo è anche il fatto che i punti in classifica sono sei in più e che, dopo 26 giornate, solo la Juve di Capello 2005-06 seppe fare meglio degli attuali 2,23 punti di media. Serve altro? Avanti: i 53 gol realizzati finora sono 14 in più rispetto a dodici mesi fa e solo la squadra di Lippi del 1997-98 si spinse un gradino più su. Quasi inutile poi sottolineare come la Juve attuale disponga del miglior attacco e della miglior difesa del campionato (17 reti prese, 4 in meno del Napoli): «Quando qualcuno sosteneva che fossimo in crisi - è il parere di Conte - controllavo dati come questi e mi scappava da ridere».

Orgoglio e desiderio di stupire. Senza dimenticare che «fino a due anni fa giocavamo la coppa del nonno». All'epoca Conte non c'era, Mazzarri sì. E, in ogni caso, da quando erano in serie B le due società ne hanno fatta di strada. Investendo e cambiando tantissimo, anche: dall'estate 2007 in poi De Laurentiis ha speso 217,4 milioni per 42 volti nuovi, la famiglia Agnelli si è spinta oltre con 355 milioni buoni per accogliere 47 giocatori. Da un lato Reja, Donadoni e Mazzarri, dall'altro Ranieri, Ferrara, Zaccheroni, Del Neri e Conte: una Coppa Italia di qua, un campionato e una Supercoppa italiana di là. La Juve si è anche costruita uno stadio che l'ha già resa più ricca e anni luce davanti alla concorrenza, il Napoli vorrebbe imitarla ma una strada definita non c'è e - anzi - ogni tanto il San Paolo mostra crepe imbarazzanti: domani sera però - acquazzoni (non previsti) e rinvii permettendo - nessuno ci baderà. Conteranno, su un campo appena rizollato, i tre punti e basta: con la Juve che, partendo da +6, ha già un sorriso largo così stampato sul volto. Se poi Cavani si risveglierà, non è detto che quel sorriso debba sparire per forza di cose: certo fa strano che il Matador non segni da sei partite, quattro di campionato e due di Europa League, per un digiuno di 500 minuti iniziato il 27 gennaio.

Quando vede la Juve, però, di solito si scatena: dieci confronti e sei gol, quasi per vendicarsi di chi ai tempi non ha creduto nel suo talento. La Juve proverà a limitarlo: Chiellini rimane in dubbio e, non dovesse farcela, non resterebbe che Peluso visto che anche Caceres è acciaccato.

Quanto all'attacco, Vucinic non si discute e Giovinco è favorito su Matri: rotto il digiuno da gol che durava da 9 partite, il Piccoletto avrebbe una chance clamorosa per far pace con chi non lo ritiene degno della Signora.

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