La Juve vuole correre, Buffon prende la 500

Il portierone si tuffa nel mito di 13 anni in bianconero. Ed è ancora il meno battuto

La Juve vuole correre, Buffon prende la 500

Il 16 marzo scorso, nona giornata di ritorno, Genoa-Juventus fu una di quelle partite che fece capire con largo anticipo che la Signora per nulla al mondo avrebbe perso il terzo scudetto di fila. Finì 1-0 per i bianconeri, protagonisti di una delle più brutte partite della stagione: segnò Pirlo su punizione a un paio di minuti dal termine, ma più o meno un quarto d'ora prima Buffon aveva parato un rigore a Calaiò. Pirlo & Buffon, Buffon & Pirlo: due senatori buoni per tutte le stagioni, anche se stasera forse il 21 rimarrà a riposo. Quell'altro no, proprio non se ne parla. Oggi meno che mai: ancora a Marassi contro il Genoa, la squadra per la quale aveva una simpatia da ragazzino. La squadra contro cui quel 16 marzo raggiunse Zoff al quinto posto nella classifica di tutti i tempi delle presenze in bianconero: la squadra contro cui oggi, seguendo il destino, spegnerà le 500 candeline lanciandosi poi all'inseguimento del podio formato da Furino (528), Scirea (552) e Del Piero (705). E siccome di smettere di tuffarsi non ha ancora voglia, lo aspetta il rinnovo del contratto fino al 2017 con la nemmeno segreta ambizione di arrivare fino al 2018 e al sesto Mondiale da vivere da protagonista: mai nessuno ci è riuscito, così per la cronaca.

«Intanto vediamo se lo faccio giocare - ha scherzato ieri Allegri -. Le 500 presenze con una stessa maglia sono un traguardo per pochi e Gigi lo ha meritato tutto. Ha l'entusiasmo di un ragazzino, la tranquillità e la saggezza di un vecchietto: lui, Barzagli, Chiellini e Pirlo sono un esempio per chi si affaccia alla Juve il primo anno». Mr. 100 miliardi delle vecchie lire ha insomma qualche capello grigio che comincia a spuntare ma la stessa voglia di sempre: la Juve se lo tiene stretto e semmai fa specie ricordare che nel 2001, quando lui arrivò alla Juve, il calcio italiano era davvero di un altro livello e di lì a poco lo avrebbe dimostrato vincendo la Champions due volte con il Milan e una con l'Inter. In mezzo, naturalmente, la vittoria mondiale dell'Italia con Buffon grande protagonista.

Stasera, SuperGigi proverà a blindare ancora una volta la sua porta, la meno battuta del campionato (tre gol presi finora) rimasta inviolata in sei partite su otto. «La Roma lascerà pochi punti per strada, noi dovremo essere bravi a fare altrettanto - ha detto ieri Allegri -. Dobbiamo imparare a sbagliare meno, ma i campionati si vincono anche giocando qualche volta senza esprimersi al massimo». Viaggiare però a tre cilindri contro un Genoa che per abitudine di Gasperini correrà a cento all'ora rischia di essere pericoloso: «Hanno perso una sola delle ultime sette partite, contro la Samp. Mi preoccupa il campo: dopo l'alluvione, non sarà in buone condizioni e sarà difficile giocare bene sotto l'aspetto tecnico».

Il che potrebbe portare al via libera per Marchisio al posto di Pirlo, con Pogba (unico giocatore di serie A tra i candidati al Pallone d'Oro) e uno tra Vidal e Pereyra ai suoi fianchi. In attacco si va invece verso la conferma di Tevez (di nuovo convocato in nazionale) e Llorente: se così sarà, Morata e magari anche Giovinco saranno titolari a Empoli, sabato pomeriggio.

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