Centoquindici anni fa oggi, il 9 aprile 1905, la Juventus festeggiava il suo primo scudetto. Che in realtà all'epoca non si chiamava ancora così: per i vincitori del campionato in palio c'era infatti la targhetta', simbolo del successo. Sei squadre al via, tutte del nord: erano i tempi dei giocatori con i baffoni a manubrio, delle divise simili ma non uguali una all'altra e degli stranieri che abbondavano, anche se la legge Bosman era ancora ben al di là dal venire. E la Juventus, non ancora di proprietà della famiglia Agnelli (Edoardo divenne presidente nel 1923), giocava al motovelodromo Umberto I di corso Re Umberto. Il suo presidente era Alfredo Dick, imprenditore svizzero a Torino per lavoro, essendo proprietario di un'industria tessile. Un tipo autoritario, raccontano le cronache. Che si scontrò in fretta con il resto dei soci che pochi anni prima nel 1897 - avevano fatto nascere la Juventus: Dick venne messo in minoranza e al suo posto, nel 1906, venne eletto presidente Carlo Vittorio Varetti. Dick ovviamente non la prese bene, lasciò la società giurando vendetta e diede così vita all'FC Torino.
Comunque sia, il 1905 fu l'anno della prima volta. I giocatori più bravi lavoravano nell'industria tessile di Dick: in squadra c'erano inglesi, scozzesi e svizzeri. In definitiva, gli undici juventini che vinsero il campionato per la prima volta furono Domenico Durante (portiere eccentrico e pittore: espose anche alla Biennale di Venezia), Gioacchino Armano e Oreste Mazzia (studenti al Politecnico), lo svizzero Paul Arnold Walty, il capitano Giovanni Goccione e lo scozzese Jack Diment (tutti e tre impiegati), Alberto Barberis (studente in giurisprudenza), Carlo Vittorio Varetti (studente in ingegneria) e Luigi Forlano (geometra: attaccante possente), l'inglese James Squair (impiegato) e Domenico Donna, prima studente e poi laureato in giurisprudenza che dispensava assist partendo da sinistra.
Altri tempi, certo che sì. Con la Prima e la Seconda categoria. E una formula di campionato tutta nuova: sei squadre partecipanti, con una prima fase eliminatoria regionale e una fase finale quella che avrebbe assegnato la coppa strutturata in un mini girone con partite di andata e ritorno. A questo girone finale approdarono Genoa, Unione Sportiva Milanese e Juventus. I grifoni avevano vinto i precedenti tre campionati, ma la Juventus aveva giocato perdendole le ultime due finali. Quella del 1905 fu finalmente la volta buona: i bianconeri vinsero le due partite contro i milanesi e pareggiarono le sfide contro il Genoa. A una gara dal termine i bianconeri avevano 6 punti, il Genoa 4: mancava l'incontro che i genoani avrebbero dovuto giocare contro l'U.S. Milanese. Sulla carta, esito scontato in favore dei campioni in carica e successivo spareggio con la Juve. Invece, il match del 9 aprile terminò 2-2.
Senza giocare, i bianconeri poterono così festeggiare il primo di una lunga serie di successi.L'obiettivo, come sempre, è continuare a primeggiare: «Siamo in una posizione di forza nel panorama del calcio europeo», ha scritto ieri John Elkann agli azionisti Exor.
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