Un killer uccide l'Inter Lo manda Mourinho

Salah, ex Chelsea, beffa i nerazzurri Mancini & C. traditi da Handanovic Viola in 9, trauma cranico per Tomovic

Un killer uccide l'Inter Lo manda Mourinho

MilanoL'Inter paga salato (si, vabbè c'è mezzo Salah) un errore di Handanovic, ma pure la sua natura di incompiuta. Un'altra occasione persa, e questa forse più pesante delle altre, per tornare a pensare a un'Europa che conta. La Fiorentina raccoglie e porta a casa con il sorriso di una stagione che strizza l'occhio ad orgoglio e benessere calcistico: dodici risultati di fila che fanno classifica ed Europa d'élite. Da sedici anni i viola non vincevano a San Siro. Dopo il Tottenham messa a terra anche l'Inter: un bel viaggiare.

Eppoi quel colpo di mercato che ormai ha preso la forma dell'affare, seppur in prestito. Dici Salah e pensi gol. Stavolta Mourinho non ha mollato una bufala, anzi ha mandato un killer per rovinare i suoi buoni ricordi con l'Inter. L'attaccante egiziano, arrivato all'ultimo, ha già tramutato il conto in oro calcistico: quattro gol e tutti diversamente importanti in cinque partite. Stavolta con il merito dell'opportunismo e dell'opportunista che sa seguire l'azione e capire l'aria da gol: Pasqual ci mette un bel cross tagliato, Handanovic respinge malamente la palla e lui lì, pronto a infilare zampa e guizzo.

Inter che resta con il cerino in mano, la grande ammucchiata dietro alla Roma non sarà cosa sua. La squadra di Mancini interrompe il poker di vittorie, torna a metter paura il fattore T(hohir) che vede spesso gol altrui: prima della partita ha riempito i giocatori di pacche sulle spalle, ma non dovevano essere pacche da bacchetta del mago.

Mancio ci ha riprovato con Vidic e Kovacic (cambiati 6 rispetto al Celtic, non una buona idea). Missione compiuta a metà. Lo stopper ha tenuto botta, il golden boy ha giocato con l'indolenza di una prima donna annoiata e svagata. Ma tutta la squadra non ha trovato ritmi e gioco fluido: Medel solito cagnaccio da caccia al pallone, Brozovic meno rassicurante, Podolski capace di colpire la bandierina del calcio d'angolo però mai decisivo in zona gol. La Fiorentina è squadra di miglior palleggio, l'Inter quasi mai trova sbocchi veloci verso la rete. E qui si è giocata, e perduta, la partita.

La Viola ha sfruttato quel poco che ha provato e trovato cammin facendo: una punizione di Diamanti, respinta da Handanovic, qualche incursione di Babacar finché non si è fatto male. E non sempre tutte le sfortune vengono per nuocere. Fuori il senegalese, dentro Salah e l'Inter ha cominciato a pagare il conto. Gran fatica nel trovare il gol. Solo Guarin capace di innescare il turbo per creare un po' di devastazione nella difesa avversaria: sfortunato dopo 34 minuti, quando il suo destro d'annata ha mandato la palla sul palo.

Forse a quel punto la luna di san Siro si è girata e si è dimenticata dell'Inter, strizzando l'occhio alla Viola. Salah ci ha messo l'asso acchiappa tutto, l'Inter non è stata capace di mettere la Fiorentina in un angolo. Quando poi si racconta di Neto portiere traditore, solo perché ha già firmato un altro contratto, meglio dare un'occhiata alle parate di ieri pomeriggio: dove la difesa ha fatto acqua, lui ha fatto barriera parando tiri decisivi, ultimo quel colpo di testa di Palacio che ha tolto l'ultima speranza ai nerazzurri.

Prima ci aveva provato anche Icardi, ma tutto il racconto porta alla casualità più che alla credibilità. Palacio si è mangiato un'altra occasione dimenticando di passare palla all'argentino. E qui pareva di rivedere quella scena, che poi fu sceneggiata, fra Osvaldo e Maurito. Ma stavolta non sono stati pugni tesi, solo sguardi sconsolati.

E peggio per l'Inter, perché la Fiorentina ha chiuso in nove per gli infortuni di Tomovic e Vargas. Dunque, come non dare ragione a Montella che ha usato un solo termine: «Eroici». Enfatico, d'accordo. Comunque è stata un'impresa.

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