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L'addio di Löw, il ct guru era ormai scomodo

Un divorzio anticipato che toglie dall'imbarazzo la Federcalcio tedesca

L'addio di Löw, il ct guru era ormai scomodo

Joachim Löw lascerà il posto di ct della nazionale tedesca dopo gli Europei di giugno e saremo tutti un po' più poveri. E senza guida: perché siamo spesso, in Italia, andati a rimorchio della sua Germania, o meglio di quello che pensavamo avesse portato la sua Germania ad essere tale. Mondiali 2014 vinti, con quel 7-1 al Brasile in semifinale e il gol di Mario Götze nei supplementari della finale contro l'Argentina? Era il trionfo del Modello Tedesco di gestione dei settori giovanili, e vai con le articolesse e le copiature.

Peccato che quattro anni dopo, ai Mondiali russi, la Germania sia uscita subito, perdendo contro Messico e Corea del Sud, e che quindi quello straordinario successo del 2014 sia stato, come tanti, semplice frutto della miscela temporanea di grandi giocatori e di un allenatore preparato, senza scomodare i massimi sistemi. Löw era Ct dal 2006, quando aveva preso il posto di Jürgen Klinsmann, di cui era stato assistente, dopo il terzo posto ai Mondiali casalinghi.

Finalista agli Europei del 2008 (0-1 contro la Spagna), semifinalista a quelli del 2012 (1-2 contro l'Italia, doppio Balotelli), in mezzo aveva portato la Germania anche alla semifinale dei Mondiali 2010, persa ancora 1-0 e ancora contro la Spagna. Agli Europei del 2016, infine, aveva eliminato ai calci di rigore Conte e la sua Italia non memorabile (Giaccherini, Sturato, Pellé, Eder, Zaza) prima della sconfitta contro la Francia in semifinale. E alla fine è stata la Spagna a fargli la festa, con quel 6-0 del 17 novembre scorso in Nations League. Subito dopo, in un sondaggio generico, l'84% dei tifosi gli si era dimostrato ostile: Löw, fedele a se stesso e alla forte convinzione nei propri mezzi, non aveva però fatto una piega, anche se di recente era parso voler ripensare alla scelta, del 2019, di lasciar fuori dalla nazionale Thomas Müller, Mats Hummels e Jerome Boateng, al netto dei recenti problemi di quest'ultimo, dopo il suicidio dell'ex fidanzata.

Il suo addio, comunicato ieri al presidente della federazione tedesca Fritz Keller, toglie forse dall'imbarazzo Keller stesso, suo amico e sostenitore, e Oliver Bierhoff, responsabile delle nazionali, che già dopo la pessima figura ai Mondiali russi avevano resistito alle pressioni dei media per la sua cacciata.

E ora? Jürgen Klopp ha altre grane al Liverpool e potrebbe non essere adatto, visto l'ossessivo stile di preparazione che mal si concilia con i raduni saltuari, mentre può essere forte la candidatura di Hansi Flick, vincitutto col Bayern ma già assistente di Löw dal 2006 al 2014.

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