L'aria pericolosa di Torino

L'aria pericolosa di Torino

Sembra facile. Ma nel football non c'è nulla di facile. Anche l'Atalanta e il Torino sarebbero state facili, totale: due pareggi, discussi, discutibili. Dice: ma contro il Monaco la Juventus parte con il vantaggio di due gol segnati e zero subiti. D'accordo ma la storia della coppa e la cronaca del calcio dovrebbe suggerire sempre la prudenza, perché nessuno può vivere di rendita e lo sanno i grandi club, dal Bayern di Monaco o il Milan che hanno vissuto l'incubo.

Il Monaco tenta l'impresa disperata, così come l'Atletico contro il Real. Non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare e vincere. La Juventus ultima, quella di campionato nel derby, non sarà quella di coppa. Allegri ha concesso un giorno di corta (triste termine giornalistico) a chi aveva eccessivi carichi ma stasera si va sul sicuro, il prodotto ha perso qualità e senso, stasera tornano i migliori in campo, con il dubbio di Higuain, mentre la bassa forza si siede giustamente in panchina.

Ma non basta. Non si gioca con le figurine altrimenti si rischia la figuraccia. Serve concentrazione e non l'euforia di chi ha già prenotato aereo, alloggio e biglietto per lo stadio di Cardiff. A Torino circola l'aria di chi ritiene che la partita di stasera sia una semplice stazione di passaggio, un allenamento in vista della trasferta di Roma, là dove si potrebbe festeggiare lo scudetto sesto. Pericolo di sbronza, dunque di un calo di tensione e di attenzione che farebbe il gioco dell'avversario. Il Monaco ha migliore qualità e talento del Torino ma sarà caricato dalla stessa foga, alla ricerca dell'impresa con la velocità del contropiede e la genialità di Mbappé, l'unica soluzione tattica di Jardim.

Allegri intravvede la seconda finale della sua carriera precoce. Sembra incredibile ma è storia di campo, sono i fatti, non i lamenti o i proclami, a dargli ragione. Niente è facile e niente è ancora vinto. Giocare e vincere, non altro. Lo spettacolo non finisce negli almanacchi.

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