Luca Talotta
Il calcio di una volta, quello da fotografie e figurine sbiadite, quello in cui si vedevano solo giocatori italiani impegnati sui campi più disparati d'Italia. Magari nativi del posto, legati a doppio filo ad una terra che oltre a darne i natali ne celebrava anche le gesta sportive. Oggi le cose sono cambiate ma Spal-Frosinone permette alla mente di tornare indietro di tanti anni e riavvolgere il nastro. Perché rappresenta una sfida dal sapore vintage, quasi malinconico, che permette all'Italia di mettere in bella mostra tutto il suo potenziale.
Sembra quasi riecheggiare la voce da profezia di Andrea Abodi, ormai ex presidente della lega cadetta, che in uno dei suoi primi discorsi di candidatura espresse un augurio: «Voglio che la Serie B diventi la prima rappresentante del calcio italiano».
Spal-Frosinone, specchio di una cadetteria vincente tutta italiana, che vedrà in campo due formazioni totalmente prive di atleti stranieri. Un evento più unico che raro, nel calcio cosmopolita e vagabondante di oggi.
Nel Frosinone di Marino, che pure in rosa annovera ben otto atleti stranieri, in campo oggi ci saranno i fratelli Ciofani, Ariaudo, Dionisi, Soddimo, Sammarco e così via. Mancherà Krajnc, impegnato con la Slovena, l'unico che avrebbe potuto sporcare una così perfetta tela caravaggesca.
Dall'altra parte, la Spal; un gruppo massiccio, dal carattere forte che, alla prima stagione di Serie B, sta dominando grazie ad una continuità di risultati sorprendente. Dalle parti di Ferrara s'inizia a percepire un'aria frizzantina, tanto che oggi il Paolo Mazza sarà gremito in ogni ordine di posti; in molti pensano che questa possa essere davvero la stagione del ritorno in Serie A, serie dalla quale la Spal manca addirittura dal 1968. Anni in cui consegnò grandi atleti al panorama nazionale (Armando Picchi, capitano campione d'Europa e del Mondo con l'Inter, Capello, Albertino Bigon e Delneri), ottenne un incredibile 5° posto finale nel 1960 e due anni dopo disputò la finale di Coppa Italia perdendo contro il Napoli.
Oggi i nuovi idoli si chiamano Schiattarella, Antenucci e Floccari, più un
figlio d'arte in porta (Gabriele Marchegiani al posto di Meret convocato da Ventura) e un allenatore passato dalla gavetta (Leonardo Semplici). Pronti a essere trascinati da una città intera, per un sogno tutto italiano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.