La Lazio e l'effetto derby Imitare i cugini evitando la remuntada

Contro il Salisburgo parte dal 4-2 dell'andata e vuole andare in semifinale come la Roma

La Lazio e l'effetto derby Imitare i cugini evitando la remuntada

Roma - Bisogna viverci, a Roma, per capire fino in fondo come gli umori delle due tifoserie capitoline siano perennemente correlati, influenzandosi continuamente a vicenda. Da questo punto di vista i 90 minuti «copernicani» di Roma-Barcellona hanno ribaltato gli stati d'animo: se prima di mercoledì sera era la Roma ad avere tutto da perdere (soprattutto il quarto posto in campionato) e la Lazio tutto da guadagnare (una qualificazione Champions da outsider e un'Europa League che incarna il sogno stagionale), adesso è tutto sottosopra. Perché di fronte ai giallorossi campioni d'Europa qualunque conquista laziale ne uscirebbe ridimensionata.

Sull'entusiasmo di una settimana vissuta tra il 4-2 al Salisburgo e l'aggancio ai cugini in campionato il gol di Manolas ha avuto l'effetto di una secchiata d'acqua gelida. Si è trasformato in pressione, nell'obbligo di essere all'altezza dei dirimpettai. Simone Inzaghi ha risposto di malavoglia alle domande sull'impresa di De Rossi e compagni, liquidando la questione con un cavalleresco «complimenti alla Roma» e traendone una lezione per i suoi in vista di stasera: «Le sfide di Coppa vanno giocate in 180 minuti e anche quando si ha un vantaggio importante se non si interpreta la partita nel modo giusto può andare a finire male».

La Lazio riparte dunque da un vantaggio incoraggiante ma non rassicurante, anche perché all'andata il Salisburgo ha fatto un'ottima impressione. L'allenatore biancoceleste e Radu hanno concordato sul fatto che gli austriaci «sono un'ottima squadra, molto organizzata e molto fisica». Il pericolo più grande si chiama stanchezza, visto che anche domenica a Udine il turnover è stato utilizzato con parsimonia e fra tre giorni sarà impensabile proporlo contro la Roma. «Al derby non ci pensiamo - ha assicurato Inzaghi - in questo momento la partita più importante è quella col Salisburgo e sceglierò la formazione migliore senza farmi influenzare né dalla stracittadina né dai diffidati».

Radu e Parolo sono recuperati e giocheranno dall'inizio insieme agli altri titolari. Due sono i ballottaggi: uno di natura fisica nel ruolo di esterno sinistro perché nessuno dei papabili è al 100% e uno tecnico tra Luis Alberto e Felipe Anderson. La sensazione è che possano spuntarla in un caso Lulic («ha avuto un piccolo problema ma le sensazioni sono buone, valuteremo oggi»), che è favorito su Lukaku e Marusic mentre Patric è out per un infortunio riportato ieri mattina, e nell'altro il brasiliano che in questo momento è più fresco dello spagnolo.

Il Salisburgo dal canto suo dovrà fare a meno dello squalificato Samassékou (per sostituirlo è in pole Leitgeb) e rispetto all'andata ritrova (probabilmente in panchina) anche il bomber coreano Hee-Chan Hwang. Nomi che sulla carta non mettono paura, ma che con la spinta della Red Bull Arena potrebbero creare più di un problema alla Lazio.

Che, come detto, dovrà emulare la Roma: «Loro i più forti d'Italia? Di squadre forti ce ne sono tante - ha glissato Inzaghi all'ennesima domanda sui giallorossi - Non sentiamo una pressione extra, dobbiamo solo andare in campo con lo spirito dell'andata».

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