Marcello Di Dio
Come prendersi la qualificazione con tre tiri in porta in 180 minuti. Lo fa il Siviglia contro una Lazio sfortunata e poco cinica sotto porta. E se all'andata all'Olimpico la truppa di Inzaghi, complici assenze pesanti, non era stata in grado di impensierire quasi mai gli andalusi, al Sanchez Pizjuan i biancocelesti falliscono tante occasioni. Squadra solida quella di Machin che può fare molta strada nella competizione, ma che in difesa appare comunque vulnerabile. Peccato che nè Acerbi nè Immobile (autori delle azioni più pericolose della Lazio) riescano a superare Vaclik.
Così l'eroe della qualificazione del Siviglia, orfano di Banega, diventa il francese Ben Yedder che dopo venti minuti sblocca sia la gara dell'Olimpico che quella di ieri. L'attaccante è già al sesto centro stagionale in Europa League (il quarto nelle ultime cinque gare), otto se si considerano anche i turni di qualificazione. Gli andalusi controllano le operazioni come avevano fatto sette giorni fa a Roma, ma la Lazio con Milinkovic-Savic (non ancora al top) e Immobile in campo sembra mostrare un pizzico di iniziativa in più anche se manca spesso l'ultimo passaggio che liberi l'uomo in area. L'arbitro Taylor non concede un rigore su Lulic prima dell'1-0 dei padroni di casa (il fallo di Mercado sembra netto) e forse la gara avrebbe assunto un altro volto. La rete di Ben Yedder spezza l'equilibrio ma non abbatte i biancocelesti anche se mette la partita sui binari migliori per André Silva e compagni. Il problema laziale è la difficoltà di fare gol e gli errori sotto porta di Acerbi e Immobile nella ripresa attestano questo dato. La rete di Sarabia quasi sui titoli di coda chiude la sfida.
Per la Lazio, già sfavorita dal pronostico dopo il sorteggio, è la quarta sconfitta di fila in Europa League, il Siviglia continua il percorso netto nelle gare casalinghe: 7 vittorie in altrettante gare e 24 gol segnati.
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