Il Teatro dei sogni, alimenta il sogno della Juventus chiamato Champions. Una prova straordinaria nella prima parte e convincente nella seconda, fa volare la Signora a punteggio pieno nel suo girone: ipotecati gli ottavi in tre gare, unica squadra che non ha subito reti. Se era un esame per testare le ambizioni dei bianconeri, è stato superato a pieni voti. Non tanto per la caratura dell'avversario, perché il Manchester United è solo lontano parente di quello del passato, quanto perché vince a Old Trafford. La Juve lo fa per la seconda volta. Se nel '96 decise Del Piero, stavolta è un altro numero dieci a firmare l'impresa. Paulo Dybala, che sta diventando uomo Champions: ha segnato cinque gol nelle ultime quattro partite, tanti quanti nelle precedenti 24 presenze. Stare vicino a Cristiano Ronaldo fa bene.
Non solo all'argentino, ma a tutta la squadra. Perché per 45' la Signora è letteralmente padrona del campo (fermata solo da un'invasione di campo che fa ridere di gusto Mou e Allegri). Ci si aspetta una squadra in sofferenza fisicamente, dovendo fare a meno dei muscoli di Mandzukic, Emre Can e Khedira. Allora Allegri si veste da mago e fa scomparire il pallone dai piedi dei Red Devils. All'intervallo il possesso palla bianconero sfiora il settanta per cento. Ma a convincere è la personalità della Juventus che non butta mai via la palla, onestamente leggera la pressione della squadra di Mourinho, e obbliga Martial e Rashford a rinculare di fronte alla spinta di Cancelo e Alex Sandro. Il vantaggio bianconero è la conseguenza di un approccio da chi come ha detto Mourinho «è candidato a vincere la Champions». Anche perché CR7 è fonte d'ispirazione, non solo perché da una sua giocata nasce il tap-in vincente di Dybala dopo il contrasto tra Smalling e Cuadrado. Cancelo ha l'occasione migliore per il raddoppio, ispirata ovviamente da Cristiano, l'uomo dall'orologio da due milioni di euro. La Juve arriva con facilità nel cuore dell'area inglese, perché palleggia con calma e sicurezza, fino a quando non trova il pertugio dove infilarsi. Mourinho assiste alla lezione bianconera prima in piedi con le mani in tasca, poi restandosene seduto impassibile a guardare i suoi rincorrere vanamente gli avversari. È come se Pogba e compagni fossero rimasti sul pullman bloccato per 45' nel traffico di Manchester come quello bianconero. Avrebbero dovuto fare come lo Special One, arrivato a piedi fino allo stadio.
Dopo l'intervallo il copione cambia di poco. De Gea deve smanacciare un destro di Cristiano Ronaldo destinato sotto l'incrocio dei pali: dopo l'espulsione di Valencia, il portoghese vuole bagnare a tutti i costi il «vero» debutto con un gol. Il Manchester, lo stesso identico schierato da Mourinho contro il Chelsea di Sarri, prova ad alzarsi, la Juve sporca appena la sua qualità. Quando scade l'ora di gioco cresce la pressione dell'United, ma è a Cancelo che sbaglia per due volte l'ultimo passaggio. E poi arriva la classica dormita della Juventus. Il palo salva Szczesny sul tiro delizioso di Pogba, poi il polacco è anche fortunato perché la palla, dopo aver colpito il legno, gli carambola sulla schiena ma esce. Dybala non prende bene il cambio, Bonucci diventa superficiale e allora Allegri si copre con Barzagli per Cuadrado.
Il recupero serve solo per il battibecco tra i tifosi della Juve e Mourinho: insulti di vario tipo ai quali lo Special One risponde esibendo il tre, ovviamente a indicare il triplete vinto con l'Inter. Anche questa Juve potrebbe voler vincere tutto. Intanto l'Old Trafford ha detto che può essere da Champions.
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