Gabriele Villa
Bassano del Grappa (Vi) Come andare in barca (pioggia, quanta pioggia) tra le montagne, ma sorridere per i sobbalzi delle emozioni. Già, perché se la barca è una «barchetta», allora si spiega tutto. Anche la felicità di inzupparsi di pioggia da capo a piedi. Dicesi «barchetta» un tipo di carrozzeria automobilistica, simile alla spider, ma completamente priva di capote e caratterizzata da un parabrezza di ridotte dimensioni, a volte diviso in due parti o completamente assente. Pare che il termine sia stato coniato casualmente da Gianni Agnelli che, osservando la Ferrari 166 MM, al Salone di Torino del 1948, esclamò: «Ma questa non è una macchina, è una barchetta».
D'altra parte la storia dell'auto è fatta di invenzioni e passione. Come quella che, 25 anni fa, animò il gruppo dei fondatori del Circolo Veneto Automoto d'Epoca (il terzo a sorgere in Italia dopo «La Manovella» di Roma, il Club Milanese Automotoveicoli d'Epoca) e fece tracciare loro le strade della «Leggenda di Bassano», qualcosa di più di una gara di regolarità per auto storiche. Qualcosa che è entrato nei sogni e nell'immaginario collettivo di chi, carburatore dopo carburatore, pistone dopo pistone, l'ha tramandato.
Venticinque anni dopo eccoci dunque a raccontare l'edizione 2019, partita e conclusasi a Bassano del Grappa, con due impegnativi allunghi, il primo e il secondo giorno, di 160 e di 290 chilometri, con arrivo, in entrambe le tappe, a Madonna di Campiglio in piazza Sissi, con buona pace della principessa che qui soggiornò. Cento equipaggi, quindi 200 persone a bordo delle loro datate quanto coccolate Sport-Barchetta costruite dal 1920 fino al 1959. Bilancio: tre giorni di gara, da venerdì 21 a domenica 23 giugno, Passo dopo Passo, è proprio il caso di dire. Dal Gavia al Foscagno, all'Aprica, e ancora giù e su, su e giù per un totale di 580 chilometri. E un bel chissenefrega alla pioggia, che sembrava divertirsi anch'essa tanto ne è scesa sabato, e alla neve che, al passaggio del Gavia, quota 2.650 metri, ha voluto ricordare che l'inverno è solo un modo di dire e non più un segmento del calendario. A far da apripista un «ambasciatore» d'eccezione: Miki Biasion, due volte campione del mondo rally nel 1988 e nel 1989, un pilota e un uomo straordinario, che da solo ha scritto molti capitoli dell'automobilismo, per l'occasione al volante di una Dallara Stradale. Accanto a lui, in veste di navigatore, un grande appassionato d'auto d'epoca e non solo d'epoca, Mario Peserico, amministratore delegato e direttore generale di Eberhard&Co, main sponsor della manifestazione.
Il road book di questa edizione della «Leggenda» ci regala numeri eccellenti oltre al chilometraggio: 40 prove cronometrate, 10 Passi alpini attraversati, vetture di 36 marche giunte da 18 Paesi e gioiellini come una Ferrari 250 MM Vignale del 1953, una Jaguar D-Type del 1955, del noto collezionista scozzese Gregor Fisken, e ancora una rarissima Allard J2X del 1952 condotta su queste strade, assieme ad altre due auto attizzanti, dalla famiglia spagnola Fernandez.
Ma, dalla prima all'ultima vettura, solo e soprattutto una gioia per gli occhi e per il cuore. Sentire scoppiettare motori come se gridassero al cielo la loro nuova vita ritrovata, ascoltare il sibilo di freni di un tempo e veder sterzare nella felicità, tornante dopo tornante.
Fino alla vittoria, sul traguardo di Bassano, di Andrea Giacoppo e Daniela Grillone Tecioiu, su Fiat 508 S Coppa d'Oro del 1933, che si sono aggiudicati il Trofeo Giannino Marzotto. Giusto, vi piacerebbe sapere con quale auto e se abbiamo gareggiato anche noi. Vi lasciamo nel mistero. Del resto che cos'è una «Leggenda» senza un pizzico di mistero?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.