Qatar 2022

Leo più forte, Luka più stimato È il "derby" dei Palloni d'oro

Argentina e Croazia si sono trasformate: grazie a loro Messi si è incattivito, Modric è diventato altruista

Leo più forte, Luka più stimato È il "derby" dei Palloni d'oro

«Luka! Luka! Più a destra, più a destra. Ecco, così!». C'è Neymar sulla palla, Livakovic sistema la barriera, punizione per il Brasile, niente, O' Ney a casa.

Oggi, Stadio Lusail, da noi le 20, Argentina-Croazia, chi vince è in finale, i bookie sono tutti da una parte, ma cosa ne sanno i bookie, come disse Hyman Routh parlando dei dottori. Messi contro Modric duello fra Palloni d'oro, replica di quattro anni fa nei gironi di Russia 2018, 3-0, argentini massacrati senza gloria.

Si sono sfidati la prima volta 16 anni fa in una amichevole a Basilea, Leo ne aveva appena compiuti 18, Luka 20 all'esordio assoluto in maglia croata, c'era mezzo mondo a seguirli, buon occhio, segna Messi, vince Modric 3-2.

Leo il più forte del mondo, la Croazia con la miglior riga di mezzo in circolazione, Scaloni con i dubbi De Paul e Di Maria, schiera ancora Alvarez e tiene in panca Dybala, Dalic se la gioca con Brozo e Kovacic incaricati di far ballare la Markoskac'e e il resto del gruppo con la signorina Ivana Knoll che promette di lasciar cadere ogni drappo se il cammino prosegue.

Il loro ultimo mondiale, Luka vorrebbe che la storia si ripetesse, Leo sente vicina la grande conquista, Modric ha il tifo di più di mezzo mondo, Leo è diventato improvvisamente antipatico per quell'uscita nel dopo Olanda diventata virale, Modric non è mai solo, Messi lo è anche quando è circondato dai compagni.

Gira la voce che Dalic lo voglia ancora più isolato e abbia studiato una sorta di gabbia, ma le sbarre non sono mai abbastanza strette per impedire a una pulce di uscire, inutile marcarlo a uomo, neppure Messi sa dove sarà un attimo più tardi.

Cose che si scrivono, come del triangolo magico di Zlatko Dalic che Leo può far saltare con un battito di ciglio. Vivono per il calcio, futuro imprevedibile, se Messi esce da Parigi magari va in America, se Modric non rinnova a Madrid lo vogliono a Roma.

La Croazia è vicecampione, una sorpresa solo per chi legge le brochure degli ipermercati, e questa volta vorrebbe chiuderla al massimo nei supplementari anche se Livakovic è quasi una certezza, quattro penalty neutralizzati in questo Mondiale, un pararigori come El Dibu Martinez che ha fermato gli olandesi dal dischetto.

Un mondiale impossibile dove scrivere solo di calcio è sminuire l'evento, cosa accade durante quei momenti esce da ogni retorica se El-Nesyri levita fino a 2,78 metri davanti a Ronaldo e i sismologi della facoltà di Scienze di Zagabria registrano movimenti sismici durante i festeggiamenti di Brasile-Croazia. Solo ondulatori, hanno precisato, di quei 3 milioni e 900mila abitanti impazziti che saltavano su una superficie di 57mila km quadrati scarsi.

Da noi, nonostante la vicinanza, la scossa non è stata avvertita.

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