Lewis facile, Seb due volte secondo

Rosberg si ritira ed Hamilton passeggia chiudendo davanti a Vettel. Il ferrarista supera Nico in campionato

Lewis facile, Seb due volte secondo

Il vincitore del Gran premio di Russia non è Hamilton. Non può esserlo. Troppo facile. Troppo fortunato. Il vero trionfatore si chiama Sergio Perez che ha guidato sul cristallo di gomme cambiate tanto presto sfruttando la safety car e che all'ultimo giro era sul podio e che all'ultimo giro non lo era più ma ci è risalito subito dopo grazie al patatrack Raikkonen-Bottas. Cose pazze e cose belle della F1.

Il vincitore del Gran premio di Russia non può essere Hamilton nonostante il successo di ieri abbia consegnato a lui e alla Mercedes il titolo costruttori. Il vero trionfatore è Carlos Sainz, tornato subito in pista dopo un pomeriggio trascorso in ospedale in seguito al terribile botto di sabato. In gara sarebbe andato a punti se non fosse stato tradito dai freni.

Il vincitore del Gran premio non può essere Hamilton che ha stradominato, vittoria 42 e «mi fa effetto aver superato Senna» e però questa storia di Ayrton comincia a stancare. Lewis non ha veramente vinto perché senza rivali visto che compagno Rosberg ha trionfato in altro Gp, quello della iella, rompendo il pedale dell'acceleratore che non è cosa bella e consigliata a trecento all'ora.

A volerla dire tutta, il vero trionfatore in terra di Russia si chiama Max Mosley, tipo anzianotto e controverso, a lungo presidente della Fia fin quando non è stato mandato via anche e non solo perché beccato a farsi frustare in pose sadomaso da varie mistress londinesi. Mosley ha l'indubbio merito di aver salvato la pelle a diversi piloti di F1. Gli ultimi della lista sono Carlos Sainz finito sabato in un muro di barriere assorbenti a 300 all'ora; e Grosjean impattato ieri a 200 all'ora in piena accelerazione contro altre barriere. La testa di Grosjean era ancorata dai magici laccetti dell'hans. Altrimenti sarebbe finita in tribuna. Non a caso Grosjean ha poi reso omaggio a tutti dicendo «ho chiuso gli occhi, mi sono rannicchiato e ho aspettato il botto. Ringrazio i progressi fatti dalla F1 in materia di sicurezza, grazie barriere, grazie hans...». Grazie Mosley.

Chiusa parentesi, il vincitore del Gran premio di Russia non può essere Hamilton perché «che sfiga che ho avuto» ripete Nico e che «peccato si sia ritirato Nico» mente a ripetizione lo stesso Lewis. E ora, a quattro gare dalla fine, i punti di vantaggio su Rosberg sono uno sfacelo e, suvvia, la partita è chiusa e il primo match point arriverà la prossima gara. Intanto la Mercedes si gusta l'antipasto, conquistando il titolo costruttori. Per farlo ha però dovuto attendere un'oretta, ovvero la retrocessione di Raikkonen da quinto a ottavo per l'incidente con Bottas all'ultimo giro. In un simile Gp semmai si può far sobria festa per Vettel secondo sul podio e ora secondo in campionato. Perché è tutto l'anno che la Ferrari è la seconda forza e però la sua bella gara di ieri e il record della pista certificano che l'anno prossimo, a meno che a Maranello non si addormentino, se la potranno giocare dall'inizio. «Lui un grande, e la Rossa volava» dirà Arrivabene.

Il vincitore del Gran premio di Russia non può essere Hamilton ma soprattutto non è e non può esserlo Raikkonen che in molti hanno applaudito perché aggressivo e non assopito come al solito. È partito bene, ha reso dura la vita a Seb, ma quanto combinato con Bottas all'ultimo giro, dopo che entrambi avevano passato Perez, è imperdonabile. Si è infilato all'interno che neppure alla playstation. «Una volta deciso non potevo più tirarmi indietro...». Già.

Il vincitore del Gp non può essere Hamilton ma c'è chi ieri ha conquistato molto più di una corsa, del mondiale e di un sei al

superenalotto: è il folle commissario di pista entrato per togliere un detrito dalla pista e sfiorato dalla Ferrari. Sempre che non gli abbia dato l'ok il direttore di gara Whiting. Sì, lui, quello della gru del povero Bianchi.

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