«Era difficile passare su questo campo, vincere è stato molto importante, ma la classifica è uguale alla settimana scorsa e non deve condizionarci. Non è cambiato niente. È importante essere in testa alla fine, non adesso». Roberto mancini forse è felice ma non si capisce, non gli scappa una piega, e quando gli sbattono in faccia la storia della squadra non bella che però vince, un po' lo disturba, parla di possesso palla e di quattro vittorie su quattro, quello che conta. Anche a metterlo sulla strada giusta resta sulle sue, se è vero che vincere con un gol di scarto è grande segno di concretezza: «Noi dobbiamo migliorare la fase realizzativa - conferma-, abbiamo giocatori bravi che possiamo inserire piano piano. Stanno migliorando Perisic e Kondogbia, dobbiamo alzare la media realizzativa e non dobbiamo finire le gare 1 a 0, ne abbiamo le capacità, dobbiamo segnare per non rischiare soprattutto in certe gare. Ma oggi va bene vincere anche 1 a 0». Non è vero che l'inter gioca male, non è vero che ha sofferto nel finale, è vero invece che ha ampi margini di crescita con un gruppo di giocatori che ha una missione comune, e sul campo questo si percepisce. Handanovic non ha mai dovuto salvare nessuno, né prima, né dopo la rete di Icardi, e neppure nei cinque di recupero dipinti come un assalto estenuante dei padroni di casa.
Forse non sarà una squadra brillante, e forse poche volte le squadre di Mancini hanno ricevuto tali elogi. Ma di sicuro farglielo notare mentre in sala aleggia la presenza di Michael Bolingbroke e quella del direttore della comunicazione Robert Faulkner, in momenti come questi poi, non lo fa sentire a proprio agio. Sono altre, per ora, le caratteristiche della sua Inter che vola in testa alla classifica a punteggio pieno, quattro vinte di fila non succedeva dal 2002-03 con Cuper in panchina. Ci sono almeno diciannove squadre di serie A che vorrebbero essere al suo posto.
Ieri è saltato anche Murillo, pare solo un risentimento muscolare, il Mancio è positivo anche perchè Miranda è pronto per il turno infrasettimanale a San Siro con il Verona. A un certo punto la difesa era composta da Santon, Ranocchia, Medel e Telles, mai giocato assieme in vita loro, eppure bene, senza prendere gol, segnale che moduli, schemi, affiatamento e spazzole varie sono chiacchiere davanti alle motivazioni. E l'Inter ne ha tante.
Forse è vero che Icardi ha avuto una sola palla gol e magari anche con rimpallo fortuito, ma l'ha messa. Così come Felipe Melo si conferma randellatore diplomato, ma ieri ha giocato una partita sontuosa, il migliore. E si può anche aggiungere che al momento non ci sono aiutini a far sorridere le avversarie, tutto vero, tutto sudato.
Il Chievo ha fatto la sua bella partita ma è rimbalzato sistematicamente a pochi metri dall'area interista, Maran si è innervosito per un fallo a metà campo e ha lasciato i suoi mentre organizzavano il forcing dei disperati. Ma nel finale Perisic è andato via in fascia che era uno spettacolo anche per i non vedenti. Il Mancio fa sapere che questo a lui basta. Per ora.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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