Alla prima di Si vive solo due volte, il 12 di giugno del '67, Sean Connery si presentò ai giornalisti dicendo: «Se mettessi assieme i cinque film su James Bond che finora ho interpretato, tutti non mi hanno dato l'emozione della vittoria del Celtic a Lisbona». Il fatto era accaduto. L'evento non era la prima del film ma il trionfo dei Lisbon Lions in coppa dei campioni, il venticinque di maggio di quell'anno. Fu la prima volta che un club britannico riuscì ad alzare al cielo il trofeo di argento più illustre. La prima e ultima volta di un club scozzese. Era la squadra di Jock Stein, erano tutti scozzesi, ragazzi nati entro un raggio di poche miglia da Glasgow e tutti cresciuti nel Celtic, erano vestiti a strisce orizzontali bianche e verdi, la loro maglietta non portava i numeri che apparivano, enormi, soltanto sui calzoncini bianchi. Si giocava in dodici al massimo, in panchina soltanto il portiere di riserva, non altri. Il Celtic schierò Simpson, Craig, McNeill, Clark, Gemmell, Murdoch, Auld, Jimmy Johnstone, Wallace, Lennox, Chamblers. Helenio Herrera mandò in campo, Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Domenghini, Mazzola, Cappellini, Corso, Bicicli. Dopo sei minuti sembrava tutto facile per i milanesi: Craig atterrò Cappellini in area, l'arbitro tedesco Tschenscher fischiò il fallo e Mazzola trasformò il rigore. L'afa portoghese tagliò le gambe agli interisti reduci da tre trionfi in coppa dei campioni. Johnstone creò il panico nella difesa nerazzurra che riuscì a resistere per un'ora, Tommy Gemmell pareggiò e a sei dalla fine una carambola portò Chamblers al gol storico.
Fu un'estate irripetibile, dorata. Il Celtic conquistò il quadruple, campionato, coppa di Scozia e coppa di lega oltre al trionfo di Lisbona. La gradinata est dello stadio Celtic Park, porta il nome dei Bhoys, i Leoni di Lisbona e del loro boss Jock Stein. A Glasgow si ballò fino all'alba, gli eroi vennero accolti allo scalo di Abbottsinch da una marea ancora ubriaca. Cinquant'anni dopo, il Celtic rende onore all'evento, giocherà la prossima stagione con una maglietta tributo, il logo è in oro, la scritta, sotto una stella, ricorda: Lisboa 50 anniversario. La memoria di un tempo che non finisce mai.
La leggenda di Jock Stein si concluse in una sera di settembre, a Cardiff, durante Galles-Scozia. Aveva soltanto sessantadue anni. Il suo cuore non resse più alla tensione del football. Resta la storia del Lisbon Lions e di quel magnifico giorno in Portogallo.
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