La trappola era sistemata bene, stava all'Inter evitarla e non cascarci dentro. Eppure dopo un'ora di dominio assoluto sul piano del gioco, nonostante un Icardi - preferito a Lautaro tra i titolari - quasi evanescente e un ritmo blando che aveva addormentato la sfida, i nerazzurri hanno rischiato la beffa. D'Ambrosio aveva ammonito i suoi prima di rientrare negli spogliatoi per l'intervallo dopo il 3-0 sventato da Sportiello sul tiro di Politano: «Dobbiamo essere più cattivi e chiudere la gara». La truppa di Spalletti ha avuto il demerito di non farlo a lungo, prima che Vecino sui titoli di coda facesse tirare il classico sospiro di sollievo. Una situazione che non dovrà ripetersi nella volata delle ultime sei tappe del campionato. Quell'azione stile basket dei ciociari, che ha portato al gol Cassata (de Vrij sorpreso, Handanovic un po' molle sulla parata), poteva infatti rovinare la notte perfetta o quasi dei nerazzurri.
Ecco che aver conquistato i tre punti a Frosinone, contro una squadra in salute (due vittorie di fila con Parma e Fiorentina) e protagonista di un'ormai quasi disperata rimonta per salvarsi, diventa così l'aspetto più positivo della serata. Nella quale la difesa torna a subire gol dopo due clean sheet e il rendimento esterno stagionale (13 i punti nel 2019 lontano da San Siro, in totale sono 30) eguaglia quello casalingo. Il leggero sbandamento della parte centrale della ripresa non impedisce all'Inter di apporre un altro piccolo mattoncino sulla strada che dovrà condurre al piazzamento Champions per il secondo anno consecutivo dopo il lungo digiuno negli ultimi anni.
Presentarsi alla volata finale con un vantaggio di due partite su Milan, Roma e Atalanta - se stasera batterà l'Empoli - è un buon biglietto di visita. Di certo, non sarà necessario tagliare il traguardo dei 72 punti come accadde nella passata stagione all'Olimpico contro la Lazio. Ne basteranno meno, magari già battendo in sequenza a San Siro i giallorossi e la Juve in un finale di aprile impegnativo.
Luciano Spalletti, che alla vigilia ha precisato che il suo futuro sulla panchina interista dipenderà dai risultati, allontana per ora il fantasma di Conte che aleggia su Appiano Gentile. Il quarto gol stagionale di Radja Nainggolan - lo stesso numero di quelli segnati l'anno scorso in campionato con la Roma - spiana la strada ai nerazzurri, riconsegnando a Spalletti uno dei suoi uomini in crescita di condizione dopo un'annata tormentata. Il rigore conquistato da Skriniar (ingenuo Chisbah, anche se di contatti simili in area se ne vedono tanti) e trasformato da Perisic sembrava aver tagliato le gambe ai ciociari. Prima del gol di Cassata nato quasi casualmente.
Il croato, dopo essersi presentato un po' a sorpresa sul dischetto (aveva già fatto gol dagli ultimi metri a Firenze), va a dedicare un abbraccio tutto personale a Mauro Icardi, arrivato in zona subito dopo il 2-0. Un «high five» e una stretta di breve durata prima della celebrazione collettiva, ma comunque da sottolineare, quasi a voler sancire in modo netto la tregua stabilita all'interno del gruppo per arrivare al prestigioso obiettivo europeo.
Anche se il futuro sembra più di Lautaro che, anche alla luce della prova di Maurito, non dovrebbe faticare a riprendersi una maglia da titolare già nella sfida diretta con la Roma. Nella quale potrebbe mancare Borja Valero, uscito in anticipo dal campo per un risentimento ai flessori della coscia.
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