Poker da capolista

L'Inter domina, ma sblocca la gara con un rigore di Calhanoglu al 37', grazie al Var. Poi chiude la pratica Udinese prima dell'intervallo. È sempre più corsa a due con la Signora per lo scudetto

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Milano - Bella e in grande condizione, forte e sempre più convinta di esserlo, se poi le fischiano anche un rigore come quello che sblocca il risultato, allora la partita dell'Inter contro l'Udinese è finita prima di cominciare. Anzi, è finita dopo mezz'ora. Calha gol, 15esimo centro su 15 rigori italiani. Poi Dimarco e Thuram prima dell'intervallo, 3 gol in 8 minuti. Lautaro centra il palo in apertura e firma il poker nel finale. Inter maramalda finché gioca, Udinese approssimativa sempre, col talento di Samardzic annacquato dagli errori di Pereyra a metà del primo tempo. Inter di nuovo al comando: per come vince le gare è sempre più sorprendente che la Juve sia dietro appena di 2 punti. La voragine è dietro ai bianconeri e del resto, solo un mese fa, l'Udinese ha vinto col Milan a S. Siro, mentre con l'Inter non l'ha mai presa.

Il rigore, un episodio favorevole. L'Inter avrebbe vinto lo stesso, matematico, di certo gli hanno dato una mano e permesso di pensare un po' prima alla sfida con la Real Sociedad, in palio il primo posto nel girone di Champions. Dimarco per Lautaro, toccato sulla spalla da Nehuen Perez. Sbilanciato, cade a terra. L'arbitro Di Bello vede e non fischia. A Lissone hanno un'altra idea, OFR e Di Bello cambia idea. Eppure di clamoroso non c'è nulla, né la spinta né l'errore di Di Bello.

Ogni volta il regolamento è interpretato a piacere, un po' come i componimenti nella vecchia scuola, che almeno si smetta di parlare di protocollo, visto che l'interpretazione resta libera. Che dicano a uno come Orsato di andare a rivedere quella spintarella. Molto più rigore il tocco di mano di Kabasele, dopo appena 5 minuti, ma lì Di Bello se la cava fischiando un fallo di Thuram sul portiere Silvestri, che ricorda i falli di confusione dei bei tempi andati.

La fatica vera dura un tempo, il più bello e scoppiettante. Il 3-0 già con nulla osta notarile all'intervallo, svuota la partita di ogni interesse per tutti, salvo Sommer e Martinez.

Il portiere vuole il decimo clean sheet del campionato e lo ottiene perché quando Lucca segna è in palese fuorigioco, con la difesa nerazzurra già sotto la doccia (Inzaghi furibondo). Lautaro cerca invece il gol per consolidare le statistiche (28 nell'anno, come nell'Inter solo Vieri e Milito) e lo ottiene nel finale, quando per logica dovrebbe essere fuori già da un pezzo.

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