L'Italia blindata nel bunker di Montpellier

Albergo sotto stretta sorveglianza, allenamenti nel centro sportivo della squadra di casa

L'Italia blindata nel bunker di Montpellier

Bandiere tricolori e rossocrociate si alternano su uno dei vialoni principali di Montpellier. Sì, perchè oltre all'Italia di Conte, anche la Svizzera dell'ex tecnico della Lazio Petkovic alloggerà in Linguadoca. Gli azzurri si alleneranno a Grammont, gli elvetici a Juvignac, stesso dipartimento dell'Herault. Erano due dei 68 siti proposti dall'Uefa, ma Antonio Conte ha avuto la dritta giusta per la scelta del ritiro dall'amico e compagno di tanti successi in campo, ma ora rivale nell'Europeo Didier Deschamps, attuale ct del Bleus padroni di casa.

L'Mhsc (acronimo di Montpellier Herault Sport Club) è uno dei migliori centri sportivi della Francia, una struttura sullo stile di Appiano Gentile, Milanello e Trigoria, tanto per citare alcune eccellenze italiane. Undici ettari di superficie, con club house per la squadra, palestra, due sale video, una sala stampa, una sala conferenze, un centro medico e ben 8 campi, 4 in erba - di cui uno per calcio a 7 - e 4 sintetici, che portano il nome di ex giocatori della squadra di casa (tra i quali l'ex romanista Mapou Yanga-Mbiwa) capace dell'impresa di soffiare il titolo francese nel 2012 al Psg di Ancelotti.

Oggi i parigini hanno in panchina quel Laurent Blanc, vecchia gloria del club bluarancio al quale è stato dedicato il campo numero 4, quello più decentrato dove gli azzurri si alleneranno lontano da occhi indiscreti: a proteggere il lavoro degli azzurri teloni antispie e una ventina di addetti che dovranno vigiliare sulla curiosità di tifosi e giornalisti. Che oggi però saranno ammessi alla prima seduta del gruppo alle 10.30, seduti nella tribuna da 500 spettatori. Quasi una passerella azzurra con Conte e un calciatore (forse Buffon) che due ore più tardi inaugureranno Casa Azzurri nella zona fieristica. Il biglietto di ingresso da 40 euro ha fatto già storcere la bocca alla Federcalcio che ha deciso di intervenire presso il Comitato organizzatore transalpino e l'Uefa.

A livello di sicurezza il centro di allenamento Bernard-Gasset, situato in una zona tranquilla, non desta preoccupazioni. Sarà più blindata invece Place Georges Freche, la via sita nel cuore della città dove sorge il buen ritiro azzurro, il Courtyard Marriott con due piani dedicati alla nostra delegazione. La vita nei paraggi è frenetica tra ristoranti, negozi e centro storico a due passi. Non mancheranno transenne e protezioni, così da tutelare al massimo gli azzurri. Pur non essendo la truppa italiana una di quelle più a rischio, almeno secondo la polizia francese. Stavolta Conte non ha scelto un ritiro isolato, ma nemmeno un castello o un resort stile Mangaritiba dove andò in scena il disastro della Nazionale di Prandelli. La scelta è sullo stile di quello polacco di 4 anni fa e l'Europeo (c'era sempre Prandelli in panchina) andò benissimo, finale a parte.

Niente famiglie, che i giocatori incontreranno nelle mattine libere, quelle del 14 e del 18 giugno (al momento le uniche previste). Sperando che gli azzurri ne possano avere altre. «C'è grande entusiasmo - ha detto il ct appena sbarcato in Francia -. Speriamo ce ne sia di più al ritorno».

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