L'Italia resta a piedi Dopo le guerre è il virus a fermare la Sanremo

Niente classica di primavera: per ora rinviata Ma in Francia domani inizia la Parigi-Nizza

L'Italia resta a piedi Dopo le guerre è il virus  a fermare la Sanremo

L'Italia scende di bicicletta, la Francia no. Noi blocchiamo tutto, dalle Strade Bianche, alla Tirreno, dal Giro di Sicilia alla Milano-Saremo, tutto fermo, rimandato, spostato a data da destinarsi, chissà quando, chissà come, chissà... In Francia no, loro procedono spediti o così vogliono far credere, non si sa bene se per maggiore lucidità o miopia. Visione o incoscienza.

In questi giorni di emergenza ci hanno tolto tanto. Un po' di movimento, i baci, gli abbracci, le carezze e adesso anche la Primavera e la sua classica, la Milano-Sanremo, che nella sua ultracentenaria storia solo in due occasioni e per tre anni è stata fermata a causa delle due guerre.

L'Italia scende di bicicletta, la Francia per il momento no. Per noi niente Tirreno-Adriatico, per loro Parigi-Nizza, con Viviani, Nibali e Sagan. Il coronavirus blocca l'Italia produttiva e sportiva, e il ciclismo scende di sella e prova a riorganizzarsi. «Non sarà facile, ma dobbiamo fare in modo di non perdere queste corse ci spiega Mauro Vegni, direttore del Giro d'Italia e delle corse targate Gazzetta -. Dovremo fare tutta una serie di ragionamenti, cercando in tutti i modi di andarci a ricollocare in un calendario mondiale che è in ogni caso molto affollato e ricco di avvenimenti, ma il nostro dovere è chiaramente di provarci».

Il ciclismo si ferma, per il momento. La Sanremo è congelata. Guai ad usare il termine annullata. Prima di arrivare alla resa, bisogna provare a trovare in tutti i modi una soluzione. In ballo ci sono troppo interessi, non meno di 70 milioni, se si mettono anche i 50 generati dal solo Giro d'Italia, che al momento è là, ancora lontano, ma se ben si valuta la situazione è molto più vicino di quanto si possa pensare (il via da Budapest il 9 maggio, ndr). «Tutto vero, ma se dovessimo mettere in discussione anche il Giro - fa notare Vegni - la situazione non sarebbe allarmante solo per il ciclismo, ma sarebbe a dir poco drammatica per tutto il sistema Paese».

L'Italia si ferma, Oltralpe si va avanti, come se nulla fosse. Tirreno chiusa? Che problema c'è: si va alla Parigi-Nizza. Intanto però i dati parlano chiaro. Il Paese è ancora al secondo stadio ma entrerà ben presto nel terzo, avvertono gli esperti riuniti all'Eliseo. In base all'ultimo bilancio ufficiale, dal 24 gennaio scorso si sono registrati 423 contagi e 9 morti. Rcs Sport sospende le corse, l'Aso - che organizza il Tour sfida il virus mettendo in scena la sua corsa. La Lega Nazionale del Ciclismo Francese ha emanato un documento con consegne restrittive per tutti.

Quindi: non passare borracce a nessuno all'arrivo e non gettarne al pubblico durante la corsa; non firmare autografi; non concedersi ai selfie; non stringere la mano ad altri corridori, membri degli staff, speaker, organizzatori; non accettare nulla dal pubblico prima durante e dopo la corsa; non darsi il cinque per celebrare una vittoria; aprire le porte e chiamare l'ascensore con il gomito. E gli organizzatori? Risolveranno tutto lavandosi le mani.

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