Livorno, dal sogno del Che come simbolo all'incubo di un camerata per presidente

Patron Spinelli vuole vendere a Bandecchi. La tifoseria più rossa d'Italia contro l'imprenditore ex missino

Livorno, dal sogno del Che come simbolo all'incubo di un camerata per presidente

A Livorno il colore dei soldi deve essere rosso. Possibilmente accompagnato da falce e martello dei bei tempi che furono. Se invece la proposta è tricolore, con fiamma ormai spenta dal camerata Fini Gianfranco, allora ai livornesi la cosa non garba affatto. E così Aldo Spinelli che parla come Gilberto Govi e Beppe Grillo ma è calabrese di Palmi, non sa che triglie pigliare, perché la vendita del Livorno a Stefano Bandecchi si sta complicando. Il Bandecchi è il fondatore e amministratore delegato dell'Università degli studi "Niccolò Cusano" di Roma ma ha un passato da missino puro e duro, prima di traslocare al centro. Ora, come tutti sanno, il popolo livornese sta più a sinistra di chiunque, vorrebbe Che Guevara nello stemma del club, saluta a pugno chiuso ogni gol degli amaranto, ha avuto in Lucarelli il portabandiera calcistico e ideologico, nonostante qualche sbandata dello stesso attaccante nel ruolo improbabile di editore di giornali. In cambio di milioni 15 Spinelli è pronto a cedere, il presidente sa gestire benissimo gli affari, così aveva saputo fare a Genova e con il Livorno si è ripetuto. Ma Bandecchi è un ostacolo, il colore dei suoi soldi è una bestemmia per le triglie curvaiole. E dire che il nome dello stadio, oggi Armando Picchi e già Ardenza, in principio era Edda Ciano Mussolini, direi, dunque, che trattasi di un ritorno al passato, un motivo di disturbo in più per la sinistra cittadina. Ma non esistono al momento altri compratori alla porta di Spinelli e per superare l'intoppo ideologico ecco che si è appalesato Stefano Ranucci, candidato lo scorso anno sindaco della città nella lista di Bandecchi (ne facevano parte anche la criminologa Bruzzone e Gabriele La Porta, giornalista già direttore della struttura Rai notte). Ranucci è attuale presidente dell'Università Niccolò Cusano e sta conducendo personalmente le trattative. Ma c'è un'altra ombra che angoscia i livornesi.

Dietro e dentro la trattativa ci sarebbe Luciano Moggi, amico di Bandecchi e dello stesso Spinelli con il quale condusse negli anni d'oro alcuni affari calcistici e tra questi, il passaggio di Mutu dal Chelsea alla Juventus via Livorno. Dunque sommando i fattori il prodotto non cambia, anzi. Ma a Livorno sanno anche che senza lìlleri 'un si làllera. Fuori i soldi, camerata Bandecchi, e poi ne riparliamo.

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