Madama riceve l'adorabile vicina e si rifà il trucco

Arriva la seconda e la Juve s'affida all'usato sicuro. Giaccherini: "Giochiamo il miglior calcio d'Italia"

Torino Non sono i Sette Samurai di Akira Kurosawa né i Magnifici Sette di John Sturges. Non ci sono tra gli altri Yul Brynner, Steve McQueen, Charles Bronson e James Coburn. Juventus-Inter vedrà però al via quasi certamente sette giocatori che mercoledì sera contro il Bologna hanno iniziato il match in panchina o addirittura in tribuna: Chiellini, Lichtsteiner, Vidal, Marchisio, Asamoah, Giovinco e Vucinic. Per una volta, la tiritera del «qui sono tutti titolari» ha trovato applicazione concreta e comunque la Signora è certamente tra le squadre che più di altre ruota davvero i suoi giocatori. Solo che, in un calendario affollato come la metropolitana alle otto del mattino, bisogna darsi delle priorità: per battere il Bologna si pensava sarebbero bastati i «titolari bis», mentre per fare altrettanto con l'Inter meglio andare sull'usato sicuro. Poi l'imponderabile è sempre dietro l'angolo e, senza la zuccata vincente di Pogba a 50” dalla fine del recupero, si sarebbero sprecati i processi sulle scelte di Conte.

Siccome però alla Juve funziona tutto meravigliosamente da 49 partite e da 18 la testa della classifica ha un solo padrone, ecco che il Wonder Boy della scuderia Raiola ha sistemato le cose per poi tornare oggi a fare il tifo dalla panchina: a meno che Marchisio non accusi ancora problemi alla caviglia (o all'adduttore), sarà insomma la Juve tipo a scendere in campo. Anche con Giovinco, pare: il Piccoletto rimane in ballottaggio con uno tra Matri e Quagliarella, però il Prescelto - senza avere la classe di chi nell'Nba, ovvero LeBron James, quel soprannome se lo porta dietro da quando era un ragazzino - da Conte è lui. E farebbe coppia ovviamente con Mirko Vucinic, uno che all'Inter ha fatto male spesso e volentieri: cinque gol in carriera e scusate se è poco. Anche con addosso il bianconero, lo scorso anno a San Siro: sarebbe ora di «bagnare» pure lo Stadium, visto che quest'anno il montenegrino ciondolante ha segnato solo lontano da Torino. E se non succederà nel primo tempo, è quasi più probabile che accada nel secondo: nella ripresa, la Juve ha finora «guadagnato» quindici punti in più rispetto a metà gara, segno non solo che la squadra ci crede fino alla fine ma (soprattutto) sintomo di una condizione fisica e psicologica che non ha eguali. «Non so cosa si possa volere di più - ha spiegato Giaccherini -. Vinciamo praticamente sempre e giochiamo il miglior calcio d'Italia». Detto da un soldatino per nulla borioso, viene quasi da staccare la spina al campionato per manifesta superiorità.

Anche perché alla fine i numeri non mentono quasi mai e, se in attacco non è arrivato il top player agognato, la squadra ha fatto spallucce e proseguito sulla stessa lunghezza d'onda dell'anno passato: 22 gol finora in campionato (miglior reparto, al pari della Roma però colabrodo) e 12 giocatori a segno. Come nessuno, ovvio. E se gli attaccanti hanno uno score normale (Quagliarella e Giovinco 3, Vucinic 2, Matri 1), sono i centrocampisti ad alzare la voce (Pirlo e Vidal 3, Pogba 2, Asamoah, Giaccherini e Marchisio 1): il gruppo prima di tutto, ovvio.

Per la cronaca, in uno stadio

ovviamente esaurito e due giorni dopo il compleanno bianconero numero 115, arbitrerà per la prima volta il derby d'Italia Paolo Tagliavento, colui il quale lo scorso anno a San Siro non vide il gol di Muntari. In bocca al lupo.

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