Forse non sarà una maledizione, chi ci crederebbe del resto, ma chi lascia l'Atalanta finisce per rimpiangere l'Atalanta. Sarà per l'aria che si respira per le vie antiche di Bergamo Alta, oppure per l'atmosfera che si vive nel centro di Zingonia. Più banalmente, agli atalantini che hanno lasciato la Dea per accasarsi altrove servirebbe un antidoto contro il malocchio. Non si spiegherebbe, altrimenti, il diluvio di infortuni e acciacchi che hanno colpito i vari Andrea Conti, Mattia Caldara e Leonardo Spinazzola. Per non parlare di Franck Kessiè e Roberto Gagliardini, che a Milano hanno visto le loro carriere svilupparsi fra alti e bassi.
Sul fronte infortuni, il più tartassato di tutti di questi tempi è il Milan, che dopo aver fatto a meno di Conti per tanto tempo quest'anno ha perso pure Caldara. Entrambi vittime designate di un destino maledetto (altro che Dea...bendata), i due rossoneri lavorano sodo per rientrare il prima possibile dai rispettivi infortuni. Ma se per il rientro del 24enne centrale arrivato in estate dalla Juve in cambio di Bonucci bisognerà aspettare febbraio, per Conti il ritorno in campo è vicinissimo. Anzi, Gattuso vuole dargli una chance già domani nella sfida di mezzogiorno contro il Parma, in una sorta di secondo esordio in maglia rossonera. Così da dimenticare per sempre la rottura del crociato e quest'Odissea senza fine che lo ha tenuto fuori dal campo per oltre un anno.
Chi deve convivere con gli acciacchi e il dolore è Kessiè, che da un mese soffre di un problema al flessore e, in mancanza di alternative valide, deve stringere i denti. Un altro degli ex atalantini vittima della maledizione infortuni è Leonardo Spinazzola, pronto a debuttare con la Juventus per il terzino si tratta di un ritorno a casa dopo i due anni in prestito all'Atalanta dopo la lesione ai legamenti del crociato. In attesa dell'esordio ufficiale, Allegri lo ha convocato anche con la Fiorentina e non vede l'ora di buttarlo nella mischia.
Spinazzola, Kessiè, Gagliardini, Conti e Caldara, sono solo alcuni dei giovani lanciati dall'Atalanta ed esplosi con Gasperini. La vendita di questi calciatori ha permesso al club di Antonio Percassi di incassare tanti soldi a parte Spinazzola, arrivato in prestito, l'Atalanta ha intascato la bellezza di 114 milioni - che vengono poi investiti nelle infrastrutture (leggi nuovo stadio) e in un vivaio che, nel centro sportivo di Zingonia fabbrica talenti già pronti per le Nazionali azzurre.
Tutto bellissimo. Peccato che a un progetto così ambizioso di un settore giovanile che non finisce mai di lanciare promesse nel calcio italiano e che permette ai bergamaschi di partecipare ogni anno alle finali nazionali di categoria, ogni volta si debba tornare a parlare del capitolo cori razzisti.
Ieri la Curva Nord dell'Atalanta, in vista del posticipo di lunedì sera col Napoli, ha annunciato sulla propria pagina Facebook che continuerà a intonare gli sfottò contro i napoletani definendoli ironici e non razzisti. «Se a Bergamo ci saranno cori di discriminazione territoriale chiederemo la sospensione della partita», ha ribadito Carlo Ancelotti che continua la sua crociata contro gli insulti negli stadi.
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