P er ora sono solo numeri. Ma Roberto Mancini spera che siano quelli vincenti. Il ct ha festeggiato la qualificazione a Euro 2020 e ora si gode i risultati che gli danno già un posto nella storia azzurra, perché contro la Grecia ha eguagliato Vittorio Pozzo come striscia di vittorie consecutive in partite ufficiali (7) e contro il Liechtenstein lo affiancherà anche nel record assoluto (9), amichevoli comprese. Fin qui i numeri. Che fanno statistica ma non fanno la tara ad avversari, manifestazioni e periodo storico. Se le sette vittorie su sette di Mancini nelle qualificazioni europee hanno ridato ossigeno all'azzurro pallido di questi tempi e ridato persino fiato alle fanfare celebrative, va detto che il girone che ci ha spedito senza problemi alla fase finale è stato probabilmente il più agevole di tutta la storia azzurra, se si pensa che l'avversario più vicino a noi in classifica è la Finlandia che è solo 57ª nel ranking mondiale. Pozzo, che infilò le 7 vittorie ufficiali consecutive tra il '36 e il '37, con quella serie vinse il nostro unico oro olimpico e poi mise sotto nella coppa Internazionale Cecoslovacchia e Ungheria, finaliste mondiali del '34 e del '38. Nella serie di 9 vittorie assolute che il Mancio eguaglierà a Vaduz c'erano invece Jugoslavia, Brasile, Germania, ancora l'Ungheria (nella finalissima di Parigi '38) e due volte la Francia, insomma nazionali leggermente più impegnative di Bosnia, Armenia, Liechtenstein e della povera Grecia di questi tempi. Il ct alpino, poi, vide fermare il suo filotto dall'Inghilterra (2-2 a San Siro), mentre l'attuale ct potrebbe allungarlo ulteriormente a novembre contro Bosnia e Armenia, che ai tempi di Pozzo non esistevano nemmeno. E probabilmente non giocavano nemmeno a pallone.
Detto questo, i numeri vanno rispettati. Anche perché è vero che abbiamo raggiunto la qualificazione più agevole della storia, ma è vero anche che la nostra storia è piena di figuracce con varie Cenerentole del calcio. Cosa che Mancini almeno ci ha evitato.
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