Roma - Linea dura del procuratore Figc sul «caso biglietti» che coinvolge Andrea Agnelli e la Juventus. Il processo sportivo, rinviato il 26 maggio scorso per motivi di opportunità (era imminente la finale di Champions a Cardiff) si apre con una pesante richiesta di pena di Giuseppe Pecoraro. Due anni e mezzo di inibizione (da estendere anche in ambito Uefa e Fifa) e 50mila euro di ammenda per il presidente del club bianconero che sarebbe reo di rapporti non consentiti dal regolamento con gli ultrà bianconeri - presunta violazione degli articoli 1 bis (lealtà sportiva) e 12 del Codice di giustizia sportiva; due gare senza pubblico nell'Allianz Stadium e un'ulteriore gara con la sola chiusura della Curva Scirea oltre a 300mila euro di ammenda per la responsabilità diretta della società. Richieste di inibizione, oltre che di un'ammenda di 10mila euro, per Francesco Calvo, ex direttore commerciale del club torinese (6 mesi), Alessandro Nicola D'Angelo, security manager (2 anni), e Stefano Merulla, responsabile del ticket office (1 anno e 6 mesi).
E se il quadro delineato dai pm nell'inchiesta Alto Piemonte di Torino parla di infiltrazioni della ndrangheta in curva allo Stadium (con pene pesanti, ma nessun dipendente bianconero mai coinvolto), per la giustizia sportiva il tema caldo è proprio la cessione di biglietti in numero massiccio, ben oltre il consentito: il procuratore federale Pecoraro ha contestato nuovamente al club e ad Agnelli di averne riservati migliaia a partita dal 2011 ai gruppi organizzati sapendo che sarebbero stati sfruttati per il bagarinaggio.
Già nel deferimento, infatti, si era parlato di «contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata» e anche ieri Pecoraro ha battuto su questo tasto. E si è tornati anche sulla vicenda dello striscione inneggiante alla tragedia di Superga apparso durante un derby Juve-Torino del febbraio 2014. «Se puntiamo all'assoluzione completa? Certo. La richiesta pesante? La procura fa il suo mestiere, in genere non siamo abituati a fare previsioni, se un mese o l'ergastolo. Importante qui e contrastare gli argomenti dell'accusa», così Franco Coppi, il legale di Andrea Agnelli.
La sentenza è attesa entro il 25 settembre e non è da escludere che il tribunale federale presieduto da Cesare Mastrocola si prenda tutti i giorni a sua disposizione. Se verranno confermate le richieste di Pecoraro, ci sarà una settimana di tempo per presentare ricorso e la Juve chiederà anche una sospensiva sulla squalifica del campo. Ciò vuol dire che le sfide di campionato con Fiorentina (il 20) e Torino (il 23) dovrebbero comunque disputarsi a porte aperte. L'esecutività della pena individuale sarà invece immediata, quindi Andrea Agnelli non potrà esercitare in quel periodo di tempo le sue funzioni (ad esempio non potrà partecipare nemmeno come uditore ai consigli della Federcalcio o firmare documenti ufficiali della società bianconera), ma non decadrà né dalla carica di presidente della Juve né da quella dell'Eca, il sindacato dei club europei quindi un'associazione privata con un proprio statuto. Solo in caso di condanna definitiva in terzo grado con pena superiore ad un anno, non potrà ricoprire cariche federali, come previsto dall'articolo 29 dello statuto Figc.
Da definire come e se l'inibizione potrà estendersi in ambito internazionale.
La Figc dovrà trasmettere a Uefa e Fifa gli atti del processo sportivo con relative sentenze, ma non è automatico che Agnelli resti fuori dall'esecutivo del massimo organismo europeo: come presidente dell'Eca è rappresentante di 220 club che lo hanno nominato.
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