
Pole numero cinque e ora e oggi subito a caccia della sesta vittoria dell'anno, la quinta di fila. Su una pista da uomini duri come Silverstone, il ragazzino con la faccia da bimbo molla schiaffi più o meno a tutti quanti e beffa, è il caso di dirlo, l'unico che abbia tentato di rendergli dura la vita: il connazionale Jorge Lorenzo. Il campione del mondo della Yamaha ci ha provato, persino ritoccando il suo miglior tempo che fin lì gli era valso la pole. Eppure niente, è rimasto a 128 millesimi... un respiro. Marquez, sfidando leggi acrobatiche tutte sue, è infatti riuscito a rimanere in sella alla sua Honda et voilà, primato stracciato di oltre un secondo e tre. Seguiranno i soliti sorrisi, le battute, quello sguardo da folletto impenitente. Seguiranno l'espressione comunque dura e delusa di Jorge che sta provando di tutto e di più per tenere aperto questo campionato e quella ormai difficile da decifrare di Valentino Rossi alle prese con questa seconda parte della carriera. Sesto tempo per lui, dietro a Crutchlow terzo, a Bradl e, soprattutto, a Pedrosa, compagno di Marquez e rimasto a quasi un secondo dal ragazzino (7° Dovizioso).
«La mia posizione?» dirà Vale, «in fondo non malissimo... Anche perché Marquez e Lorenzo qui fanno paura. Però, dai, in fondo scatterò dalla seconda fila, per cui sono abbastanza contento. Anche perché dalla mattina ho fatto un decisivo passo in avanti.
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