Torino - Generazione di fenomeni, cantavano gli Stadio. O la Meglio Gioventù, per riutilizzare il titolo di un film di grande successo. Comunque sia, la Juventus del futuro è già qui. Pronta a scendere in campo e a stupire. Qualcuno lo ha già fatto, altri lo faranno. La Juve è insomma già nel futuro. Complici gli addii di Tevez e quello quasi certo di Pirlo, ma non solo: perché Marotta e il suo staff hanno seminato e in alcuni casi già raccolto tra i giovani. Pescando a piene mani tra coloro i quali sono nati negli anni '90: sette di loro - al netto di colpi di scena legati al mercato - faranno certamente parte del gruppo di Allegri nella stagione che verrà, un ottavo (Coman, classe 1996) sarà con ogni probabilità girato in prestito ma solo per farlo diventare protagonista, un altro paio (Vadalà e Gerson) potrebbero aggiungersi di qui a qualche settimana, un altro ancora (Berardi) è stato lasciato al Sassuolo avendone già fissato il prezzo della recompra per il prossimo giugno.
Mai smettere di programmare, insomma. E di investire, sia nelle strutture (nell'area della Continassa sta nascendo una cittadella che comprenderà campi d'allenamento, foresteria, liceo sportivo e quant'altro), sia per ragazzi ancora in età da Primavera (circa 5 milioni all'anno) che per coloro i quali muovono i primi passi nel mondo dei grandi intravedendone una futura esplosione. L'esempio più lampante è ovviamente quello di Pogba, diventato Mr. 100 milioni essendo arrivato a zero euro pur dovendo (stra)pagare Raiola: il genio del trequartista, la sostanza del mediano, 24 reti (quasi tutte bellissime) in 129 presenze e una cresta mai volgare ne fanno il giocatore del futuro senza se e senza ma. Lo vogliono tutte le società più ricche al mondo, probabilmente resterà ancora una stagione (specie se a convincere Marotta sarà il Barcellona, che ha il mercato bloccato fino al prossimo gennaio ma non per questo se ne resta immobile) e varrà la pena riempirsene gli occhi prima di vederlo allontanarsi, sorte che la prossima estate potrebbe toccare anche a Morata su cui il Real Madrid vanta il diritto di riacquisto: la Juve è convinta di poterlo trattenere, lui ha già detto di sentirsi in debito con la Signora e strada facendo ne ha già combinate di belle, segnando cinque reti in Champions League (tutte dagli ottavi in poi, compresi due gol in semifinale proprio ai Blancos e uno nella finale di Berlino) e portando Agnelli a dire che «lui è il nostro futuro». Idem dicasi per Dybala, diventato a inizio giugno il giocatore più pagato (32 milioni, più otto di bonus) dell'era Agnelli: argentino come Tevez, difficilmente indosserà subito la maglia numero 10 ma ha tutto per sfondare davvero.
E poi ce ne sono altri, certo: Pereyra (1991) per esempio viene spesso sottovalutato, ma nella scorsa stagione ha messo insieme oltre 50 presenze e la Juve lo ha riscattato dall'Udinese sborsando la bella cifra di 14 milioni. Jolly di centrocampo che sarà utilissimo anche in futuro, al pari di Sturaro (1993) che ci ha messo pochissimo a convincere Allegri e ha pure giocato titolare contro il Real Madrid. Infine, Rugani (1994) e Zaza (1991): sul primo non è in pratica lecito dubitare, parendo la reincarnazione di Scirea nella pulizia degli interventi e nel modo di affrontare il mestiere di calciatore.
Al secondo sarà invece chiesto di pazientare e di fare da pungolo agli attaccanti che gli partiranno davanti: ha però grinta e cattiveria che, se saprà pazientare un mimino, potranno tornare utili in fretta.Il rinnovamento è insomma già cominciato e le incognite paiono relative, anche perché Buffon, Marchisio e Chiellini prenderanno molto sul serio il ruolo di chiocce: concorrenza avvisata, con quel che ne segue.
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