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Mertens alla Maradona ma un Messi a metà si salva

Gol capolavoro del belga, poi va ko. Leo stecca la prima in casa di Diego. Per il ritorno in Spagna si può sognare

Mertens alla Maradona ma un Messi a metà si salva

Aspetti Leo, spunta Ciro. Nonostante i cori e le celebrazioni della vigilia per la «Pulce», il vero erede di Diego da queste parti sembra essere solo Mertens. Da ieri ufficialmente nella storia del Napoli, quasi a onorare quel nome tipicamente partenopeo con il quale il belga è stato ribattezzato. Il gol capolavoro al Barcellona è il 121° in maglia azzurra, come Hamsik con il quale ora condivide il trono di miglior bomber del «Ciuccio».

Ma la notte del Napoli e di Mertens non ha il lieto fine: la squadra di Gattuso si vede rimontata dalla rete di Griezmann (non proprio un amico di Messi nel «bollente» spogliatoio blaugrana...) e il belga esce agli albori del secondo tempo a causa di un colpo duro subìto da Busquets - che giustamente ammonito, salterà il ritorno al Camp Nou come Vidal che di gialli ne rimedierà due per uno scontro fisico e poi «dialettico» con Mario Rui -. L'1-1 con il Barça dei «marziani» (Gattuso docet) e con tanti rimpianti per un Napoli tatticamente perfetto per 45 minuti e troppo sprecone nelle occasioni e nelle ripartenze - tante - concesse dal Barcellona. Parzialmente amara è la notte di Messi: nemmeno lo stadio del maestro Diego gli porta fortuna, prosegue la sua tradizione negativa a livello realizzativo in Italia contro squadre di casa nostra. Un dribbling di tacco che apre la difesa partenopea e lo porta a contatto (troppo ravvicinato, l'intervento sul portiere gli costa il giallo) con Ospina è l'unico lampo del 10 blaugrana. La cui Champions di quest'anno è avara di reti, appena due come dieci anni fa.

La prima parte di gara mostra un canovaccio atteso alla vigilia: Napoli corto in 25 metri e compatto, difesa molto bassa dalla quale poi uscire per aprirsi il campo, così il continuo fraseggio e possesso palla del Barcellona non porta nessun rischio per Ospina. E dopo il controllo nemmeno affannoso degli avversari, al primo errore in fase di costruzione la squadra di Gattuso passa con il destro telecomandato sotto l'incrocio da Mertens, servito al limite da Zielinski, abile a sfruttare l'incertezza di Junior Firpo. Il sesto gol in 7 partite nella Champions stagionale attesta l'importanza del belga negli ultimi 16 metri.

Il San Paolo poteva essere fatale al Barcellona come già accaduto in Champions al City, al Borussia Dortmund, all'Arsenal e per due volte, l'ultima il 17 settembre scorso, al Liverpool campione in carica. Ma la reazione dei catalani porta al pareggio di Griezmann tre minuti dopo l'uscita forzata di Mertens (assist di Semedo che scatta sul filo del fuorigioco, come conferma il silent check del Var). Insigne, che alla fine avrà in regalo la maglia di Messi, e soprattutto Callejon - clamoroso l'errore dello spagnolo - falliscono il nuovo vantaggio, l'ingresso di Arthur garantisce più vivacità al centrocampo ospite, Umtiti spaventa Ospina svettando di testa a due metri dalla porta.

Ma il Napoli ci prova fino al 95', il San Paolo applaude la prova generosa degli azzurri, al Camp Nou il 18 marzo - anche per le assenze pesanti degli avversari - si può sperare.

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