Messi, Modric, Cr7 i Palloni d'oro camminano da soli

Messi, Modric, Cr7 i Palloni d'oro camminano da soli

I caduti della Champions league. Nessuna tragedia, nessuna ecatombe (come ha invece titolato Marca sulla eliminazione del Barcellona). Trattasi della bocciatura clamorosa dei migliori attori del football continentale, protagonisti della coppa. Tanto per incominciare, fuori i Palloni d'oro, Modric, Messi, Ronaldo e a seguire i papabili al titlo, Mbappé e Neymar, Levandowski e Aguero. La Champions non concede alibi, offre il palconoscenico ma inclusi nel prezzo anche i fischi e i pomodori. Finiscono malissimo i sogni di Lionel Messi che fino a martedì sera era l'uomo sicuro di vincere il Pallone d'oro, grazie ai due gol realizzati all'andata della sfida con il Liverpool. Così come erano svaniti i progetti di Cristiano Ronaldo di portare la Juventus a quel trofeo invano inseguito da vent'anni e più. Niente, il campo fa prigionieri, non ammette giustificazioni, la squadra migliore non esiste, almeno sulla cosiddetta carta. Se così fosse, allora Real Madrid e Barcellona vincerebbero a prescindere da sempre e per sempre ma così non è, per fortuna, perché il calcio non è cholismo, non è guardiolismo, non è adanismo, in breve non è scienza esatta, una lavagna trasferita sul terreno di gioco. No, è l'imprevisto, è il colpo di scena, è l'infortunio, è la buona sorte, è il calcio d'angolo battuto con la furbata dai ragazzi del Liverpool, è l'errore di Dembelé all'ultimo secondo della partita di andata, è il gol annullato al Manchester City, ancora all'ultimo amen della sfida con il Tottenham. Questo non significa affatto che il calcio sia lo sport dell'anarchia, dell'improvvisazione del caso, ma nemmeno della tattica studiata sui libri di testo e insegnata a Coverciano e negli altri siti all'uopo.

Lo devono avere capito certi docenti del nulla, lo hanno sicuramente capito Ronaldo, Messi, Neymar e tutta la comitiva che, nonostante il censo, il conto corrente e l'argenteria di famiglia, devono fare i conti con l'avversario, con l'arbitro e le sue interpretazioni. Se è vero che nessuno camminerà da solo, come cantano a Liverpool, è vero che sono in molti a restare soli, sconfitti e umiliati da questa coppa. E non è ancora finita.

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