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Il miele di Berlusconi sul Milan dei suoi eredi

L'ex presidente, che segue sempre il club, è soddisfatto per le promesse mantenute

Il miele di Berlusconi sul Milan dei suoi eredi

C'è stato il tempo dello scetticismo dichiarato. Portavoce ufficiale Mino Raiola, l'agente di Donnarumma: «I cinesi dell'Inter hanno i soldi, quelli del Milan fanno solo figure di...». Non è dato sapere se il prode abbia o meno cambiato opinione dopo aver assistito, masticando amarissimo, al dietrofront della famiglia di Gigio. Poi è venuto il tempo delle stroncature, firmate a dispetto della sequenza di acquisti effettuati in giro per l'Europa: «Il mercato del nuovo Milan? Mah». Giudizi autorevoli, Boban, Costacurta, Zaccheroni, Vieri, hanno provato a smontare il puzzle rossonero costruito, tessera dopo tessera, da Fassone e Mirabelli. L'arrivo di Bonucci e Biglia ha fatto da spartiacque. E adesso gli scettici, leggi Costacurta, sono diventati entusiasti: «Miglior mercato della galassia», ha dettato forse con una punta di sottile ironia. Nelle ultime ore è venuto infine il tempo dei contabili, di quelli che fanno i conti in tasca al club, e chiedono «ma come faranno a pagare?», e invocano l'intervento dell'Uefa senza sapere che l'appuntamento è già fissato per ottobre. In maggioranza risiedono a Torino e dintorni bianconeri e si può capire il dispetto provato per la partenza di uno dei componenti la BBC.

Chi ha coltivato invece, fin dai giorni tormentati e discussi del closing, la fiducia nei nuovo azionisti e nelle promesse fatte nel corso dei colloqui e delle trattative, è stato Silvio Berlusconi. Che non ha mai smesso di seguire, documentarsi e chiedere informazioni sulla costruzione del nuovo Milan a Marco Fassone, l'ad successore di Galliani, il quale a sua volta non ha fatto mistero, né delle telefonate con Arcore né dei consigli ricevuti. Nei giorni dolorosi del distacco dall'affare di cuore, l'ex presidente ha ripetuto il suo primo obiettivo, «ottenere dal nuovo azionista l'impegno concreto a rilanciare il Milan attraverso una campagna di rafforzamento tecnico dell'organico». Adesso che il progetto è completato quasi al 90% (manca solo il centravanti, Belotti e da Mirabelli è arrivata la sentenza su Locatelli e Suso, «incedibili»), Silvio Berlusconi non ha nascosto a collaboratori e amici di vecchia data e di provata fede rossonera la sua grande soddisfazione. «Avevo assicurato, esponendomi in prima persona, che ci sarebbe stato un generoso investimento ed è sotto gli occhi di tutti, persino in misura superiore alle più rosee aspettative», la sua frase che rappresenta la promozione sul campo per l'operato del nuovo azionista Yonghong Li. Che non significa naturalmente garanzia di successi e di risultati. «Nel calcio il vero segreto è la chimica che deve poi realizzarsi tra calciatori, allenatore e società», la vecchia regola appresa da Berlusconi in trent'anni di trionfi.

Il primo, spettacolare mercato del Milan cinese ha anche dato gas ai tifosi, come documentato anche dalle adesioni alla campagna abbonamenti scattata lunedì scorso con il diritto di prelazione per gli abbonati storici.

Non ci sono ancora cifre ufficiali ma soltanto il primo giorno è stato raggiunto il 2000% in più dell'anno precedente (allora furono sottoscritte 100 tessere, alla fine furono poco più di 16 mila). La proiezione porta tra 40 e 45 mila, considerato da Fassone il primo vero successo stagionale.

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