Analisi di una presunta resurrezione chiamata Mario Balotelli, un nome e un cognome che in Italia, al Milan poi, fanno sempre notizia e discutere. Specie se al debutto l'interessato si è presentato con un gol su punizione, 4 cartellini gialli rifilati ai rivali che han provato a menarlo e un giallo immeritato subito senza il minimo accenno alla protesta.
L'analisi calcistico-psicologica del soggetto più noto della compagnia è firmata da Sinisa Mihajlovic il quale si appresta a tornare nella Genova del Grifone a caccia del terzo successo di fila, striscia che al Milan manca addirittura da 16 mesi, un'eternità a testimonianza plastica dei suoi clamorosi ritardi. Eccola qui l'analisi. «A Udine Mario ha giocato troppo esterno, deve accentrarsi di più, gliel'ho spiegato anche se ha avuto poco tempo per esercitarsi. Io non ho meriti in questo suo buon inizio, ci ho messo la faccia nel suo arrivo, è appena passato un mese, è presto per giudicare, riparliamone a fine stagione. Se dovesse continuare così a fine campionato potrebbe risultare persino più forte del primo Balotelli. Lui sa che non deve sgarrare: se succede non la passa liscia»: più che una circumnavigazione intorno al 25enne che si è fatto uomo, sembra l'ennesimo ammonimento che coincide con la conferma della fiducia riposta nelle sue doti visto che anche a Genova Mario è destinato al ruolo di titolare.
Al suo fianco questa volta Luiz Adriano con Bacca in panchina per tirare il fiato. Balotelli deve accentrarsi ma forse il Milan deve difendere meglio.
«L'importante è fare un gol in più degli altri» la nuova teoria del tecnico forse per esorcizzare quel maledetto difetto di continuare a subire gol dall'inizio della stagione. «Spero sia stato di lezione quel secondo tempo di Udine» è la sua speranza abbinata alla convinzione di Montolivo («la differenza rispetto al passato è la reazione del gruppo al gol»). Provare per credere.
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