Milanello - La carica di Silvio Berlusconi e della musichetta della Champions. Più la serenità ostentata di Mario Balotelli. Sono queste le (uniche) risorse a cui può attingere il Milan di questi tempi, senza certezze nè futuro, giunto all'appuntamento più atteso della stagione, gli ottavi di finale della Champions con un destino quasi segnato. «Anche nel 2007, quando arrivava la Champions, riuscivamo a tirar fuori qualcosa di speciale» rievoca Clarence Seedorf aggrappandosi alla sua più recente esperienza da milanista, quella Champions che sembrava così impossibile quasi quanto la qualificazione da raggiungere adesso con l'Atletico. Ma forse proprio la presenza del presidente, a pranzo con la squadra, e poi a colloquio riservato con tecnico e Galliani, e l'avanzare di Simeone e Diego Costa, hanno dettato qualche ripensamento nella testa dell'olandese, raggiunto nell'occasione dall'avvocato-manager e dall'addetto stampa che sono sempre al suo fianco in queste ore di baruffe intestine. «Magari finirò col non dormire» la confessione di Seedorf, alla prima esibizione nella coppa più amata e più collezionata in carriera.
Di sicuro un saggio consiglio deve essergli arrivato da Carlo Ancelotti che due volte ha piegato la resistenza dell'Atletico in coppa del Re. «Ho parlato con lui, avere il maggior numero di informazioni può essere utile» è la risposta didascalica di Clarence. Di sicuro gli è arrivata qualche dritta per difendersi dal contropiede dell'Atletico tagliente come la lama di un rasoio.
Kakà è recuperato ed è di ottimo umore, tanto da attraversare il bar di Milanello, in mezzo al fiume di cronisti, mimando una zoppia per la caviglia malandata. Vedrete, non è al massimo ma è capace di tirar fuori energie insospettabili questo giovanotto dalla faccia pulita e dal cuore generoso che ha deciso di lasciare i lussi del Real Madrid per farsi coccolare dall'affetto degli antichi sodali. Con Kakà deve debuttare in Champions Taarabt e sulla destra Poli che non è proprio un'ala e può eventualmente arretrare sulla linea dei centrocampisti così da irrobustire quella trincea, fatta di sabbia e non di cemento armato da quando Seedorf ne ha corretto il disegno tattico. Senza naturalmente rinunciare al coraggio d'attaccare «con 4-5 elementi» chè la presenza di Emanuelson (con la relativa esclusione di Abate) rende inevitabile più delle stesse parole del nuovo inquilino della panchina sopraelevata (l'Uefa non ha gradito la trovata e Umberto Gandini, apprezzato ministro degli esteri rossonero, ha evitato il contenzioso).
A capovolgere il destino di questa sfida può contribuire anche questo Mario Balotelli nuovo di zecca, con un sorriso smagliante e una serenità che non riesce a nascondere. «É vero, da quando c'è Clarence sono più sereno, perchè con lui parlo, discuto, mi confronto, è più calciatore che allenatore e con me si comporta da fratellone» la spiegazione elementare di Mario. Che ha una risposta misurata anche per le frecciate ricevute da Boban e critici spietati. «Io non mi considero un campione ma un bravo giocatore, titolare del Milan, in grado di aiutare la squadra».
Praticamente perfetto. Anche più avanti. «Le critiche? Me le faccio da solo perciò non sopporto le vostre». «Tra Champions e mondiale? O vinco tutte e due o niente» la risposta da furbacchione. Mai visto e sentito un Balotelli così.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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