
Ci sono due buoni motivi per considerare la decisione di spostare in Australia la sfida Milan-Como fissata per domenica 9 febbraio (non c'è ancora l'orario) e sono i seguenti: 1) la chiusura di San Siro per preparare la cerimonia d'inaugurazione di Milano-Cortina 2026; 2) il premio in vile denaro, 12 milioni la cifra complessiva da dividere (4 milioni di spese, gli 8 con percentuale maggiore al Milan in considerazione dell'incasso perduto e della restituzione della quota da passare agli abbonati; ndr). L'Uefa, spiazzata dal sì di Gravina che è vice presidente dell'ente europeo, ha dovuto chinare il capo e promettere che si tratta di una "eccezione isolata alla regola". Restano però altri 998 eccellenti motivi per ritenere questa novità una stortura alla regolarità del campionato e un danno calcistico per i due club di gravità al momento non preventivabile. Cesc Fabregas è stato il primo, e fin qui l'unico, a valutare i rischi e a denunciarli pubblicamente in tempi non sospetti, prima del via libera quindi. Allegri, sbarcato a Milanello a decisione presa, ha reso omaggio alla propria cultura di aziendalista e se l'è cavata con una battuta ("se ci diranno di tornare a Perth, ci torneremo"). Non ha voluto creare alibi ai suoi. Il danno gigantesco allora è squisitamente tecnico. E in particolare per il Milan il quale, a dispetto della corrente narrazione ("è molto comodo giocare una volta a settimana!"), andrà incontro a un dicembre di fuoco (tra coppa Italia infrasettimanale e la partenza per l'Arabia dove disputerà la supercoppa d'Italia) seguito da un gennaio con straordinari (deve recuperare Como-Milan il 15 gennaio) e un febbraio scandito dal viaggio andata e ritorno in poche ore per l'Australia.
È uno stress di non poco conto e che deve tenere conto anche delle condizioni fisiche del gruppo oltre che della classifica a quel punto. Con l'attuale rosa ristretta (19 calciatori di movimento), il club forse dovrà ricorrere al mercato di gennaio per riparare alle lacune che già si intravedono oggi (in difesa sul fianco sinistro e in attacco).