Il piano per finanziare il Milan dei cinesi è pronto. Dev'essere approvato il 18 maggio, giorno scelto per celebrare l'assemblea degli azionisti chiamata a un paio di decisive approvazioni oltre che a una modifica tecnica (il bilancio non sarà più tarato sul 31 dicembre come in precedenza perché legato ai conti Fininvest, ma al 30 giugno come accade per tutti gli altri club di A), ed è distinto in due capitoli. Il primo prevede un aumento di capitale da 60 milioni già promesso dall'azionista Youngong Li al cda, cifra già a disposizione, e un secondo fino a un massimo di altri 60 per coprire le eventuali perdite d'esercizio fino al 31 dicembre. È il finanziamento dell'attività del club la cassa messa a disposizione per pagare stipendi e tutto il resto. Il secondo provvedimento iscritto all'ordine del giorno è la richiesta d'emissione di un bond ottenuto dal fondo Elliott dell'ammontare di 128 milioni, già inserito nel documento inviato all'Uefa. La cifra, come spiegato dall'ad Fassone, è destinata in una parte (73 milioni) ad abbassare il debito con le banche e nella rimanente (55) a fare da tesoretto per gli impegni di calciomercato. Il mandato, ottenuto da Fassone e Mirabelli, è ancora più ampio e può tenere conto anche di altre entrate provenienti dalle cessioni (Niang, Bacca) che saranno perfezionate. Il nuovo management rossonero fa filtrare una cifra, tra i 100 e i 150 milioni, che può diventare anche un boomerang pericoloso perché destinata a creare aspettative altissime.
Il Milan squadra, da quando c'è stato il closing, si è spenta. È come se avesse perso la spinta propulsiva conosciuta nel girone d'andata. Senza i flop contro Empoli e Crotone, a questo punto del torneo potrebbe già avere più di un piede in Europa League, traguardo non ritenuto sufficiente da Mino Raiola per sedersi al tavolo e discutere del rinnovo contrattuale di Donnarumma. Questa è al momento la spina nella gola di Fassone e Mirabelli, ieri volato a Madrid per il derby di Champions. I due sanno bene che su questa trattativa è in gioco la credibilità della nuova proprietà. E sanno anche che la riconferma del portiere sarebbe uno spot strepitoso per trascinare a Milanello altri calciatori di richiamo. Raiola ha preso tempo e dato appuntamento per fine agosto. Ha ripetuto: più che parole e programmi voglio vedere i fatti, cioè gli acquisti effettivi. Ma il Milan non può aspettare settembre per sapere se potrà contare ancora sul portiere. A questo punto la palla torna alla famiglia di Donnarumma e a Gigio, chiamato a fare un passo avanti, a esporsi con Raiola per fargli intendere un concetto semplice.
Per cambiare società, e andare anche all'estero, c'è tutto il tempo pure dopo un rinnovo che consentirebbe al giovanotto di maturare in un ambiente familiare, col preparatore giusto e col sostegno di un pubblico che l'ha eletto a nuovo Kakà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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