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Il Milan riscopre la sconfitta. Che crollo dopo 24 partite

Un rigore discutibile, poi due errori fanno volare il Lille. I rossoneri non perdevano dall'otto marzo con il Genoa

Il Milan riscopre la sconfitta. Che crollo dopo 24 partite

Ecco la prima curva a gomito della stagione. E la capolista finisce fuori strada in Europa. Sconfitta senza discussione dai francesi del Lille: 0 a 3 e tutti a casa a meditare su limiti ed errori. Il Milan l'affronta con un atteggiamento diverso rispetto al recente passato: appare molto lezioso, molto lento nelle cadenze e incapace di servire al meglio Ibra che è poi la soluzione ai tanti problemi. Il Lille, invece, che è imbattuto in Ligue 1, ha la testa giusta e la corsa sciolta e può contare sul contributo decisivo a centrocampo di Renato Sanches, il portoghese che Ancelotti volle al Bayern senza fortuna. È un osso duro per lo stesso Kessiè costretto spesso a rincorrerlo e a frenarlo invece che a lasciarlo sul posto.

È vero: il vantaggio francese è più demerito dell'arbitro polacco, non particolarmente dotato, che assegna un rigore dopo una spintarella di Romagnoli sulla schiena di Yazici, penalty che lo stesso turco trasforma col mancino. Il Milan, altro segnale di una serata poco ispirata, nel primo tempo a disposizione apparecchia una punizione di Ibra e un sinistro innocuo di Hernandez.

Troppo poco per rimettere in pari il risultato.

Poco consistente appare la scorta armata dello svedese (e infatti Castillejo e Krunic restano sotto la doccia all'intervallo) ma anche la perfomance di Romagnoli non sembra garantire il rendimento che gli è abituale. Colpa anche del gran numero di sfide consecutive giocate dal capitano a causa del virus che ha fermato Gabbia e della mancanza di alternative convincenti (Duarte più Musacchio alle prese con la convalescenza). Se poi, in avvio di ripresa, alla leggerezza di Romagnoli, si sommano l'errore di Donnarumma sul sinistro, nient'affatto irresistibile di Yazici, e quello collettivo della difesa rossonera, allora il giovane turco, 23 anni, può alzare le braccia al cielo per festeggiare la sua tripletta a San Siro che è un evento da incorniciare.

In tre minuti, nella ripresa, invece di risalire la china, il Milan si ritrova sotto di 3 gol come mai gli è successo (con la Juve era sotto di 2 gol e rimontò 4 a 2). A quel punto Pioli è pronto a chiudere la parentesi e a preservare energie preziose in vista della gara con il Verona domenica sera. Gli arrivi di Calhanoglu e Leao non aggiungono granché, Bennacer e Rebic giunti per far riposare Ibra e dare il cambio a Tonali, sono la conferma che la rosa non è in grado di reggere agli eventuali ritmi da scudetto.

Lo conferma anche Paolo Maldini che può dare un aggiornamento sul fronte rinnovi contratti («ogni settimana può essere quella buona») di Donnarumma e Calhanoglu, senza escludere Ibra («io ho giocato fino a 41 anni» ricorda). Si può liquidare il giudizio con una notte sbagliata da cima a fondo, i 3 gol subiti e lo 0 in attacco ne sono una plastica dimostrazione. Sarà utile la verifica di domenica sera contro il Verona di Juric che è squadra appiccicosa e fastidiosa.

Per questo motivo Ibra si risparmia almeno il finale.

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