Secondo caffè al veleno della Virtus Segafredo per un'Armani che perde un treno forse decisivo nella corsa scudetto che dopo il 72-83 di ieri continuerà domani a Bologna.
Teodosic e il suo senso del gioco, dell'arte, i 21 punti, ma anche ieri una Milano più diligente, appena più decorosa di quella di gara uno, si è vista tagliare le gambe da due colpi dei mastini con fosforo di Djordjevic: tiro da tre per Markovic, poi replica di Pajola, il migliore under 22 della stagione: il fegato dell'Armani, di Messina in pezzi.
Bella Virtus anche in una serata dove i protagonisti sono stati in partenza il matematico Ricci e Wheems più dei soliti noti. Milano che ha ritrovato almeno la corazza di Shields, che per qualche attimo è stata ispirata bene da Rodriguez, ha sentito sfuggire la preda perché i vantaggi minimi nei primi tre quarti sono stati vanificati dall'agghiacciante 0 su 15 al tiro negli ultimi 10 minuti.
Milano a secco nel gioco interno, Virtus brillante nelle variazioni della musica in partita. Difesa sulla palla eccellente della Virtus, una Milano che non trova coralità, incapace di sfruttare serate dove gli avversari all'inizio hanno tirato davvero male da 3, senza prendersi i vantaggi tirando 26 liberi contro i 15 dell'avversaria.
Domani la Virtus davanti alla sua gente proverà ad allungare, anche se in una serie al meglio delle 7 partite illudersi troppo presto crea pericoli. Unica speranza per Milano è che la Virtus si senta al sicuro, ma Djordjevic ha passato la sua vita da allenatore vivendo queste situazioni.
Sa dove colpire, sa come difendere, ha portato la Virtus a dare il meglio quando conta davvero, chiedendo agli dei del basket, che gli hanno dato tanto in carriera, di riavere magari quello che non ha potuto riscuotere l'anno scorso quando era primo e il campionato fu sospeso.
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