È un Milik alla Higuain. Il Napoli stende un Milan con le ali ma senza testa

Mertens inventa, il polacco e Callejon a segno. I rossoneri rimontano, poi crollano in nove

È un Milik alla Higuain. Il Napoli stende un Milan con le ali ma senza testa

Due partite in una da valutare, due squadre dalla doppia vita, alla fine la sfida diventa ricca di gol e di colpi di scena. Il Milan è quello di una settimana fa: sa fare calcio, sa anche rimontare un duello già perso all'intervallo (sotto di due gol) ma poi cede su una delle solite serpentine velenose di Mertens che è il vero protagonista di questo Napoli vedovo di Higuain. Due gol a Pescara, due gol suggeriti ieri per mettere all'angolo Niang e Suso, i due interpreti di una coraggiosa reazione, spettacolare per certi versi e concentrata nei primi 10 minuti della seconda frazione. Soffre il Milan in particolare sui due lati anche perché Abate e De Sciglio hanno il compito, decisivo, di assistere ogni attacco. Il peccato mortale è quello nel finale commesso sia da Kucka (protesta fuori luogo nei confronti dell'arbitro) che da Niang (secondo giallo inutile ed espulsione inevitabile: salterà la prossima con l'Udinese): deve chiudere in nove e con un pesante 4 a 2 sulla schiena. Il Napoli deve vincere due volte, nel primo tempo con piglio sicuro e poi nella ripresa, dopo quella risalita dei rossoneri.

Il Milan sgabbia meglio del Napoli, anzi sfiora addirittura il sigillo che può mettere pressione al rivale (con Abate che sbava una palletta golosa di Niang davanti alla porta spalancata di Reina), gioca il suo calcio geometrico e organizzato che spiazza in qualche modo Sarri, costretto a vestirsi di rosso dall'arbitro (la maglia nera si confondeva con quella dei milanisti in campo). Merito in qualche modo anche della trovata di Montella (Niang in marcatura su Jorginho) che toglie spazio e lucidità al regista. Poi appena si scalda Mertens, che è vero asso del Napoli, e Milik trova un gol occasionale, sporco come usa dire ora, la sfida passa nelle mani degli azzurri che possono far brillare il talento del belga e chiudere il conto del primo tempo col secondo sigillo del polacco, questa volta di testa (Kucka perde il duello in quota), con una girata che fa dimenticare per qualche minuto ai 30 mila le imprese balistiche di Higuain. Da quel momento, primo gol insomma (Mertens che timbra il palo, Milik che si trova sul luogo del delitto per il tap-in vincente), Montella rivede il vecchio timido e incerto Milan, pieno di ansie e di timori.

Che spariscono, quasi per magia, dopo l'intervallo servito per rimettere al posto le rotelline dell'orologio. In avvio di ripresa infatti il Napoli se ne sta tranquillo, sicuro del fatto suo mentre il Milan riesce ad apparecchiare una gioiosa reazione incarnata dallo strappo di Niang (sulla sinistra salta l'uomo e infila sotto il costato Reina) e dal capolavoro balistico di Suso che al terzo tentativo da fuori area, col sinistro coglie l'angolo lontano e permette al Milan di riemergere col muso sopra il pelo dell'acqua. Forse non è un caso: Montella infatti sistema meglio anche il centrocampo con Niang sistemato sul fianco di Hysaj e Montolivo dedicato al duello aperto con Jorginho. Sarri, nel frattempo espulso per eccesso di protesta sul primo gol, corre ai ripari con Zielinski e si ritrova premiato dal 3 a 2 grazie alla solita ditta, Mertens-Callejon, uno impegna Donnarumma col tiro a giro, l'altro mette in rete con una zampata cogliendo De Sciglio bello addormentato nel bosco.

A completare il pasticcio il vaffa di Kucka che gli costa il cartellino rosso dopo un banale fallo e lascia in dieci i suoi e l'ingenuità di Niang (seconda espulsione) che rovina così una sontuosa prestazione. A Napoli riprendono finalmente a cantare mentre il Milan sembra tornare indietro, cade sempre negli stessi errori.

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