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Il miracolo Muamba, morto per 78 minuti

Il suo cuore rimase fermo a lungo, 15 scariche di defibrillatore per salvarlo

Il miracolo Muamba, morto per 78 minuti

Non è la prima volta che uno stadio si trasforma in teatro dell'orrore. Nella storia del calcio sono diversi gli episodi simili a quello accaduto a Eriksen: a volte c'è solo tanto spavento, altre, purtroppo, lo spavento diventa straziante disperazione.

Nel 2012 Fabrice Muamba visse esattamente ciò che è successo ieri all'interista e non è un caso che sia stato lui uno dei primissimi a twittare. Please God (Per favore, Dio) ha scritto sui social l'ex Bolton, che nove anni fa collassò in campo contro il Tottenham. Il suo cuore si bloccò e ricominciò a battere dopo un'ora e 18 minuti, quando la quindicesima scarica di defibrillatore riuscì ad afferrarlo e a riportarlo in vita.

La sua è una storia drammatica, ma ha un lieto fine, perché, sebbene abbia smesso di giocare, Muamba è vivo ed è uno straordinario esempio che ci dice che anche l'impossibile può diventare possibile. Come successe anche a Manfredonia, colpito da arresto cardiaco in un glaciale Bologna-Roma del dicembre 1989. Il giallorosso crollò a terra, finì in ospedale ma si salvò. Pochi mesi fa attimi drammatici invece in Serie B, quando Patrick Dziczek, nel corso di Ascoli-Salernitana si accasciò al suolo dopo un malore per una crisi vagale. La situazione sembrò subito grave, ma il giocatore dei campani alla fine riprese conoscenza.

Non sempre, però, le cose vanno come dovrebbero andare. Abbiamo ancora davanti agli occhi la scena terribile di Piermario Morosini che, neanche un mese dopo il dramma di Muamba, venne colpito da un arresto cardiaco durante Pescara-Livorno, crollò e, di fatto, morì davanti a compagni e tifosi. Pochi anni prima, la stessa sorte toccò a Puerta del Siviglia, ucciso nel 2007 da un malore fatale.

Dopo il primo arresto, allo spagnolo fu praticato il massaggio cardiaco e riuscì a tornare nello spogliatoio, dove però fu colto da un altro attacco che non gli lasciò scampo.

Foe morì invece sotto gli occhi del mondo. Era la Confederations Cup 2003 e, durante Camerun-Colombia, l'africano crollò inerme perché il suo cuore si fermò. Dopo un'ora, spirò.

Facendo un salto più in là nel tempo, un'altra tragedia sconvolse il calcio italiano e non solo: Renato Curi si spense in un Perugia-Juventus del 1977, nello stadio Comunale di Pian di Massiano che oggi porta il suo nome. Era il 30 ottobre: Curi si accasciò improvvisamente a terra dopo uno scatto. I soccorsi furono inutili: aveva 24 anni.

Eriksen, fortunatamente, sta bene: un'altra tragedia legata al rettangolo di gioco è stata evitata.

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