Missione Juventus vincere per guarire dal mal di trasferta

A Zagabria per cancellare gli ultimi viaggi opachi e cambiare abitudini in Europa

Davide Pisoni

«Juve, basta con l'illusione». Sceglie la Champions League, la città di Zagabria, per dare una scossa Massimiliano Allegri. Non è un caso perché quella di stasera è una partita che si deve vincere per rimettere le cose a posto dopo il pareggio con il Siviglia. Alza ancora la voce l'allenatore bianconero come nella prima notte di coppa quindici giorni fa contro gli andalusi. E anche questo non è un caso perché la coppa Campioni è un obiettivo ribadito dalla convinzione di «essere alla pari con le prime quattro d'Europa». E il presidente Andrea Agnelli da Torino ha aggiunto: «La Juventus è leader in campo e fuori, anche in Europa».

Ma per confermarlo serve un'altra squadra da quella vista finora, sommersa dalle critiche per la bruttezza del gioco. In questo tour de force di cinque partite in quattordici giorni, stasera è la sesta, c'è stata solo una mezz'ora di vera Juve, quella con il Sassuolo. Al massimo si possono aggiungere gli ultimi venti minuti con il Siviglia.

Ma Allegri tira dritto per la sua strada: «La voglio pratica e concreta. Torniamo con i piedi per terra. Anche perché la superficialità porta all'errore. E per la bellezza ci sarà tempo». E quindi l'avviso ai naviganti: «Non voglio degli illusi, ma dei vincenti. Perché alla fine della stagione conta solo quello». Il mercato e le aspettative hanno creato un'atmosfera attorno alla Juve che non piace ad Allegri. «L'illusione di vincere facilmente tutte le partite», è la sua grande preoccupazione «perché ogni volta che al 45' non sei 3-0, rientri nello spogliatoio e c'è una delusione fuori dal normale e la vivi come un fallimento...». Era già successo l'anno scorso, dopo la finale di Champions con il Barcellona, in ritiro l'allenatore dopo l'amichevole di Marsiglia disse: «C'è un'aria che non mi piace». Stavolta tutto è alimentato dal mercato stellare: «Non è con quello che si vince, stacchiamoci dalla realtà, da quello che dicono».

Comunque non lascia alternative contro la Dinamo Zagabria: «Prendiamo i tre punti attraverso la prestazione per puntare al primo posto del girone». La BBC in difesa e l'HD in attacco sono le sigle scelte per l'occasione, obbligata nel primo caso per mancanza di alternative. Ma sarà una Signora dal passo lento in mezzo al campo. «Giocano Khedira, Hernanes e Pjanic», dice Allegri. Non si punta certo sulla velocità, piuttosto sulle idee. Soprattutto si aspettano quelle di Pjanic, protagonista di un inizio di stagione complicato. Tanta panchina, poi titolare ma senza aver ancora trovato una posizione nello scacchiere bianconero.

Però Allegri teme la stanchezza e avvisa anche il resto della truppa a partire da Mandzukic e Pjaca che tornano nella loro Croazia. Soprattutto il talento arrivato in estate proprio dalla Dinamo Zagabria per ventitré milioni. «Sono soddisfatto della sua crescita, sarà molto importante nella Juve del futuro» l'unica concessione insieme a una manciata di minuti sparsi in quattro presenze. Stasera Pjaca probabilmente potrebbe avere più spazio soprattutto se la Juve dovesse con il passare dei minuti confermare la sua allergia alle trasferte europee. E non solo. Perché nelle tre gite lontano da Torino in campionato (Lazio, Inter e Palermo), al di là dei risultati i riscontri sul gioco sono stati sempre negativi. E dal ritorno in Champions i numeri parlano chiaro: diciotto sfide fuori casa, solo cinque vittorie. Dieci le gare lontano dallo Stadium nella gestione Allegri, Dortmund e City i fiori all'occhiello, ma nella passata stagione hanno pesato il pari con il Mönchengladbach, il ko col Siviglia oltre a quello negli ottavi in casa del Bayern.

Giorgio Chiellini avvisa: «Le trasferte in Europa sono sempre molto difficili. Ricordatevi di Bate Borisov-Roma dell'anno scorso.

La Roma era nettamente più forte, ma se sbagli l'approccio fai fatica a pareggiare». Al suo fianco Allegri annuisce e aggiunge: «Vincere fuori casa non è mai semplice». Ma stavolta è obbligatorio. Bella o brutta, illusa o no, la Signora ha un solo risultato nella notte di Zagabria.

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