Il derby di Milano. Vlahovic. Una partita, un calciatore, due storie diverse e lontane che però accendono il calcio e le sue passioni. Di questo si sente il bisogno, un ritorno al passato, alla tradizione, alla polpa per mettere da parte il grigiore di un football senza spunti e con molte zone opache. Inter Milan, dunque, arriva al momento giusto, per capire e magari sorprendere. A qualcuno torna alla mente il campionato del 64/65, il Milan in fuga, sette punti di vantaggio, Altafini che fa il coniglio furbo in Brasile, la squadra che le busca alla trentunesima con la Roma e l'Inter che la passa in tromba vincendo di tre lunghezze. Roba antica ma il gioco del calcio si presta anche a questi colpi di scena anche se l'identikit dell'Inter è nitido, quello del Milan non del tutto causa infortuni ma nulla si può dare per certo, la botta della champions e l'effetto Serra hanno scoperto i fili dei rossoneri mentre per comprendere bene lo stato di salute fisica e mentale dei nerazzurri basta segnalare che nessuno parla e scrive più di Lukaku e di Conte. Se l'Inter vince per il Milan si aprono scenari delicati con le altre che piombano addosso, se vince il Milan allora qualche prurito in più lo dovrà sentire Inzaghi anche se ha una partita da recuperare e comunque scatterebbe il segnale di allerta. Domani c'è Vlahovic, non sembra importante altro. Non c'entra il Verona, non c'entra la formazione che sceglierà Allegri, anche se non ci sarebbe da sorprendersi di nulla, c'entra il serbo che ha ridestato il popolo bianconero e ha messo in ansia le altre di testa. Vlahovic verrà accolto come un profeta e questo dice molto sulle condizioni della Juventus contemporanea.
Il centravanti serbo potrebbe dare sangue anche al resto della comitiva, c'è sempre da capire che cosa sarà di Dybala, oggi, domani, in futuro. L'argentino è reduce dalla trasferta ultraoceanica con la nazionale albiceleste, in due partite ha giocato venti minuti in tutto, senza lasciare traccia. Tutti ad osservare Vlahovic e a sbirciare Dybala.
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