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Il mondo del calcio piange Ezio Vendrame: il George Best italiano

Ezio Vendrame si è spento questa mattina all'età di 72 anni dopo una lunga battaglia contro un tumore. Fu anche allenatore e scrittore

Il mondo del calcio piange Ezio Vendrame: il George Best italiano

Il mondo del calcio piange la scomparsa di Ezio Vendrame deceduto questa mattina, nella provincia di Treviso, all'età di 72 anni. Soprannominato il George Best italiano, nonostante non abbia mai sfondato veramente nel mondo del calcio, per il suo carattere estroverso, il talento innato e un look anticonformista che tanto piaceva alle donne proprio come l'ex fuoriclasse del Manchester United. In Italia Vendrame era spesso preso da esempio per i ragazzi dell'epoca che cercavano di imitarne le gesta, un po' come avveniva in giro per il mondo con Best.

Vendrame era stato la versione italiana del fenomeno nordirlandese nonostante non avesse nemmeno sfiorato la sfavillante carriera di un giocatore capace di fare cose egregie in campo e di colpi di testa nella vita privata. L'ex calciatore, di ruolo centrocampista, era cresciuto nelle giovanili dell'Udinese essendo nativo di Casarsa della Delizia, un piccolo comune di poco più di 8.000 abitanti in Friuli-Venezia Giulia e all'età di 20 anni passa alla Spal. La sua infanzia condizionò anche parte della sua vita dato che crebbe in un orfanotrofio dall'età di sei anni. L'ex presidente della Juventus Boniperti lo aveva paragonato, come stile di gioco, all'argentino Kempes.

Il suo esordio in Serie A avviene però nel 1971 quando passa alla Lanerossi Vicenza dove vi resta per tre anni e con cui mette insieme quasi 50 presenze segnando anche un gol. Nel 1974 passa per una stagione al Napoli voluto fortemente dall'allenatore Vinicio che però decise di sbarazzarsene dopo una sola annata per via del carattere focoso e indomabile del talento friulano che era spesso croce e poco delizia per i suoi allenatori, dal punto di vista della continuità.

Dopo l'esperienza a Napoli Vendrame passa in Serie C al Padova e durante una sfida interna contro la Cremonese, terminata sul punteggio di 0-0, si esibì in qualcosa di molto strano dato che decise di scartare tutti i suoi compagni di squadra, portiere compreso, si posizionò sulla linea di porta come se niente fosse per poi ripartire nella sua azione offensiva. L'ex calciatore dell'Udinese si ritirò nel 1981, all'età di 34 anni e intraprese una carriera poco fortunata anche da allenatore. Si era poi reinventato scrittore e negli ultimi anni, complice un tumore, si era ritirato dalla vita pubblica e in una recente intervista rilasciata nell'ottobre del 2019 aveva dichiarato: "Se devo parlare con degli imbecilli, preferisco morire in solitudine"

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