Quattro punti contro l'Inter, dopo i 6 ottenuti contro la Juventus: il Monza che s'è fatto attendere 110 anni prima di prendersi il palcoscenico calcistico più importante, alla sua prima stagione di A ha già riscritto la storia. Dal 1945, è la prima esordiente in A a restare imbattuta con nerazzurri e bianconeri, seconda debuttante in grado di vincere in casa di Inter e Juve, dopo gli exploit del Vicenza nel 42.
Altro che cenerentola, il Monza di Berlusconi e Galliani. Il vicepresidente vicario dopo l'impresa di San Siro ha confessato di non aver dormito, ripensando alla gioia che gli ha sformato il volto come ai tempi belli, su quella tribuna lì: «Siamo salvi», è stato il labiale del vicepresidente vicario dopo il triplice fischio di Pairetto. Luca Caldirola, brianzolo di Seregno, aveva da poco segnato il gol decisivo. Come era stato all'andata, quando il 2-2 in pieno recupero fu però omologato come deviazione di Dumfries. Proprio Caldirola, cresciuto nell'Inter ma tifoso dei biancorossi, tanto da recitare a memoria a Galliani le storiche formazioni dei brianzoli, quando nel 2021 fu prelevato dal Benevento. Piangeva, il difensore, al triplice fischio di San Siro. Consapevole di aver dato tre punti che significano verosimilmente salvezza.
«Avevo belle sensazioni, Galliani ci aveva chiesto di fare qualche punto qui a San Siro. Sapere di raggiunto la salvezza con questa partita, probabilmente, significa aver fatto qualcosa di unico e storico», ha spiegato Raffaele Palladino. Lui che proprio al debutto da allenatore di A aveva regalato la prima vittoria di sempre al Monza nella massima categoria: 13 settembre, contro la Juve poi battuta 0-2 anche all'Allianz Stadium il 29 gennaio. «Se è stato più emozionante vincere a San Siro con l'Inter o a Torino con la Juve?», sorride l'ex bianconero. «Non è facile rispondere: vorrei essere diplomatico, ma è più facile essere sincero. Alla vigilia, pur avendo delle belle sensazioni, non mi aspettavo di vincere». Palladino, che proprio oggi compie 39 anni, sa cosa vuole ma non dimentica la riconoscenza: «Non mi aspettavo di poter compiere questo cammino. E non avrei creduto di essere salvo a 8 giornate dal termine», prosegue il mister. Definito predestinato da Galliani, quando lo scelse per prendere il posto di Stroppa. A giugno scade il contratto, lo stesso Silvio Berlusconi parlò di tante offerte per il tecnico napoletano, ma anche della sicurezza di averlo ancora in Brianza. Concetto poi ribadito anche da Galliani, con quello state tranquilli che si concesse a marzo dopo un'assemblea di Lega. «Eravamo d'accordo di parlarne a salvezza ottenuta», spiega Palladino.
«Ma lo dico senza problemi: non mi importa di soldi e contratti, sono già orgoglioso di allenare in serie A. La dedica per la vittoria sull'Inter va proprio a Berlusconi e Galliani. Sarò grato per sempre a questa società di avermi dato fiducia».
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