Gianni Moscon è senza dubbio il futuro del ciclismo italiano, ma quello che preoccupa è il suo presente. Non perché non sia un talento, in bicicletta è un portento e ci sa fare da dio. Quello che lo mette in cattiva luce è una serie di episodi che potremmo definire sfortunati o discutibili, che ieri l'ha portato a subire anche una denuncia da parte di un collega, lo svizzero Sébastien Reichenbach, che ha deciso di denunciare il talento trentino all'Uci e alla giustizia italiana in seguito alla caduta dell'altro ieri alla Tre Vali Varesine.
«L'ho denunciato perché mi ha buttato volontariamente per terra», ha raccontato il corridore svizzero a Le Nouvelliste.
Squalificato dalla giuria al Mondiale di Bergen per esser stato trainato dall'ammiraglia azzurra dopo una caduta (Tutta colpa mia', disse subito il ct Cassani, ndr), Moscon ora è finito nuovamente nell'occhio del ciclone. All'inizio dello scorso maggio, al termine della terza tappa del giro di Romandia, il francese Kevin Reza accusò il trentino di avergli rivolto insulti razzisti.
Per questo il Team Sky, dopo aver ascoltato l'atleta, il quale ammise il comportamento altamente antisportivo, fu sospeso dal team britannico per sei settimane e obbligato a partecipare a un corso sulla consapevolezza delle diversità. Ma su quest'ultimo episodio rimanda le accuse al mittente: «È falso, io non c'entro nulla», la difesa di Moscon.
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