Reggio Emilia Stasera il Napoli può scivolare a 4 punti dalla Roma e dare quasi l'addio al 2° posto. «Servono loro passi falsi - sillaba Sarri - se non arriveranno, gli manderemo un telegramma di congratulazioni». Lo scudetto è scappato da tempo, De Laurentiis lo vorrebbe l'anno prossimo. «Ma servono rinforzi», l'allenatore ha ragione. Adesso si lotta per la seconda piazza d'onore, che per la 9ª volta in questo millennio dovrebbe essere romanista e per Napoli il terzo gradino del podio è un passo indietro. Colpa anche dei 4 punti lasciati al Sassuolo, fra andata e ritorno, i neroverdi imitano l'Atalanta e la Juve, frenano gli azzurri in entrambe le gare e, come raramente accade, raccolgono più di quanto abbiano meritato, perchè concedono anche due legni.
«Loro potevano vincere - spiega Di Francesco -, ma anche perdere. Segnano e tirano più di tutte, palleggiano meglio di chiunque e Mertens ha disegnato una punizione meravigliosa, sulla traversa, ma anche noi abbiamo costruito le nostre chance». Sarri replica con numeri («22 tiri a 6, di cui solo 3 nello specchio»), analizza la partita al computer quasi in tempo reale, vorrebbe la tecnologia per il contatto di Dell'Orco su Mertens al 20'. Damato giudica l'ancata leggera, Sarri lo affonda: «A Genova ci ha negato un rigore clamoroso, questo dalla panchina sembrava netto. O siamo sfortunati o è scarso Damato e allora va fermato. Questo fallo l'hanno visto tutti, meno uno che era al bar».
Fa lo spiritoso, come sempre, cerca i titoli anche per levare attenzione dai problemi del Napoli. Sempre bello, palla a terra, alternanza di gioco corto e lungo, sulle fasce e centrale, ma non così preciso. La sarabanda inizia da sinistra, con l'effervescenza di Insigne, contrappuntata dalle belle giocate di Sensi, regista del Sassuolo che per un tempo prevale su Jorginho, mai in gol nel Napoli e spesso riserva di Diawara, non ieri. Duncan argina Mertens e poi Allan, che uscirà nella ripresa. Hamsik per un tempo trascina, come Insigne. Il ritmo è alto, con triangolazioni spensierate. Sembra una partita di basket, con gli esterni guizzanti come guardie tiratrici e scambiate. A sinistra Pellegrini è dolorante a un polpaccio, uscirà all'intervallo, come Defrel. «Che ha 40' di autonomia ogni due partite», sussurra Di Francesco.
Strinic e Hamsik affondano, poi il capitano piroetta a centrocampo, allarga per Callejon, Dell'Orco è in ritardo, come Acerbi sul cross e così Mertens appoggia di testa la 28ª rete stagionale. Lo spagnolo invece va in doppia cifra di gol e assist. A quel punto il Sassuolo perde fiducia, gliela ridà proprio Hamsik, che sbaglia il retropassaggio e Berardi ritrova la reattività di agosto, quando era il migliore d'Italia, ma poi su azione non aveva più segnato. Lo fa fulminando Reina. Mertens si procura la punizione dal limite e centra il primato stagionale di legni, 5 come Pjanic e Muriel. Il ritmo scende, non la pirotecnia. Palo da sinistra di Insigne, degno di essere il giocatore più pagato del Napoli, e subitaneo 2-1 sassolese: punizione di Ricci da destra, deviazione di Cannavaro e respinta di Reina; Ragusa ricicla per Luca Mazzitelli, sinistro e primo gol in A. Arriva anche il 2-2, angolo da destra di Callejon, appoggio aereo di Albiol e Milik appena entrato tocca in porta: il polacco non segnava da settembre, al Benfica, in Champions.
I cinquemila napoletani chiedono il rigore allo scadere, quando Cannavaro salva di testa su Mertens, aveva il braccio allargato ma neanche sfiora la palla. Lì Damato ha ragione. Il Ciuccio si ferma a 6 successi esterni in sequenza. Se andrà al preliminare di Champions, sarà colpa dei 14 punti persi in casa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.