Il dopo Hamsik - ancora a Napoli ma mercoledì dovrebbe volare in Cina - inizia con il piede sbagliato. Lo 0-0 di Firenze ha un sapore amaro almeno quanto il ko che nove mesi fa sullo stesso campo mise la parola fine alla lotta scudetto e all'era Sarri alle pendici del Vesuvio.
Lo slovacco è ormai il passato ed ecco che al Franchi si consuma il doppio scambio di testimone: Insigne capitano, Fabian Ruiz regista. E in più, alla luce dello stop di Albiol, Maksimovic si prende una maglia da centrale di difesa che dovrebbe indossare a lungo. Il nuovo Napoli di Ancelotti, che a Firenze aveva scelto il ritiro di Coverciano per non perdere la concentrazione dopo il caso Hamsik, non cambia però il trend esterno dei partenopei negli ultimi mesi: quattro gare fuori casa, compresa quella di coppa Italia con il Milan, zero gol all'attivo. L'ultima rete lontana dal San Paolo resta quella di Milik nei minuti di recupero a Cagliari del 16 dicembre scorso. Un handicap che rischia di diventare un altro punto a favore della Juventus.
Lo 0-0 di Firenze, al di là delle dichiarazioni di rito del tecnico («almeno oggi, la fiammella è ancora più accesa, siamo a -8...»), risulta essere l'ennesima occasione persa dal Napoli per riaprire il discorso scudetto dopo che il pari del Parma allo Stadium aveva fatto rifiorire qualche speranza. Ai punti la squadra azzurra avrebbe vinto, non tanto per il gioco espresso (sotto quest'aspetto non ha impressionato più di tanto) ma contando le opportunità sprecate. Mertens dimostra abilità nel procurarsi le palle gol, peccato che non sia bravo (e fortunato) a realizzarle, Insigne va ancora a corrente alternata, Milik fallisce in... zona Milik l'unico tentativo reale avuto sotto porta.
Attaccanti del Napoli ancora a digiuno in trasferta, con il giovane portiere Lafont che si esalta in almeno quattro situazioni e una Fiorentina che esce dal campo premiata oltre i suoi meriti. Legati al coraggio e all'entusiasmo mostrato nei 99 minuti di gara: ha accettato i rischi posti sul piatto della bilancia con un modulo diverso, figlio più che altro dell'emergenza difensiva, ha attuato un pressing da dietro per creare difficoltà di costruzione al Napoli e nel finale ha forse peccato di incoscienza tattica con un tridente in attacco. La truppa di Pioli ha addirittura finito in dieci, con capitan Pezzella infortunato al ginocchio e rimasto sul terreno di gioco solo per onor di firma, visto che non c'erano più cambi a disposizione.
La gara è vivace fin dalle prime battute. La Fiorentina non si nasconde, aggredisce i partenopei nella loro metà campo e cerca di fare la partita. Il Napoli viene costretto ad attendere come poche volte è capitato nel corso delle ultime stagioni, ma quando riesce a saltare il pressing viola si propone in avanti con pericolosità. Una parata di Meret su Veretout, poi lo show di Lafont: due interventi su Mertens, altrettanti su Zielinski, il secondo proprio sui titoli di coda, la conclusione ravvicinata fallita da Milik.
La truppa di Ancelotti sembra non avere più il «killer instinct» lontano dal San Paolo. E il Franchi si conferma crocevia importante nella corsa al titolo: il terzo 0-0 stagionale del Napoli rischia di essere il più doloroso.
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