I viaggi lontano dal San Paolo, negli ultimi due mesi, erano stati avari di soddisfazioni per il Napoli: zero reti all'attivo e nessuna vittoria, dati che avevano contribuito all'allungo ormai decisivo in testa da parte della Juve. Ma nel giorno in cui i bianconeri consolidano il netto vantaggio di 13 punti in classifica prima dello scontro diretto del San Paolo, la truppa partenopea - forse più libera di testa perché già consapevole che la rimonta è ormai impossibile - si sblocca e in maniera straripante in trasferta. Parla soprattutto polacco (doppietta di Milik, come all'andata, e gol di Zielinski prima della rete del francese Ounas) il poker che segna il ritorno al gol fuori dal fortino di Fuorigrotta, un buon viatico pensando alle prossime tappe esterne, in particolare quella europea di Salisburgo del 14 marzo che potrebbe essere il lasciapassare per proseguire il sogno della finale di Baku.
De Laurentiis, stanco di essere contestato nonostante la stabile presenza del Napoli sul podio del campionato nelle ultime stagioni, alla vigilia ha affondato il colpo sui bianconeri («che senso ha vincere con 200 milioni di debiti in banca?», l'esternazione del patron), ma inviando di fatto un messaggio indiretto a quella parte della tifoseria che gli ha voltato le spalle. A Parma erano in realtà in 4000 a seguire il 17° successo dell'annata in serie A, mentre nella speranza di riempire il San Paolo svuotatosi nei mesi di gennaio e febbraio, il club ha varato dei miniabbonamenti a prezzi stracciato per le prossime 7 gare (Juve e Salisburgo comprese). L'ossessione dei bianconeri del presidente del Napoli è tatticamente però anche una bella spinta per la squadra e il suo tecnico che potranno affrontare con relativa serenità il resto del campionato, concentrando l'impegno psicofisico sulle tappe di Europa League.
Intanto si rivela dolcissimo il ritorno di Carlo Ancelotti nella sua Parma, dove esplose prima in campo (quattro le stagioni da calciatore tra il 1975 e il 1979), e poi in panchina (due annate tra il 1996 e il 1998). Il Napoli prende subito in mano la gara, complice un Parma sottotono: la serata da leoni in casa della Juve resta l'ultimo acuto della squadra di D'Aversa che ha poi rimediato tre ko di fila, mollando un po' la presa per una salvezza ormai blindata. Azioni in sequenza per i partenopei, ma questa non è una novità visto che anche a Firenze e con il Torino non erano mancate le occasioni. La differenza è che, nonostante il digiuno di Mertens che non accenna a finire e l'assenza di Insigne, il gol stavolta arriva. Ci pensano Zielinski, ben servito da Hysaj con l'ex Sepe sorpreso, e Milik, che nel primo tempo calcia furbescamente la punizione facendo passare la palla sotto la barriera come suggerito da Ancelotti in panchina («me l'ha insegnato Cristiano Ronaldo...», dirà il tecnico dopo la gara) e nel secondo chiude con un colpo da biliardo un'azione in velocità.
Partita in ghiaccio, con l'attaccante di Tychy che sale a quota 14 in stagione (prima di ieri, era stato l'ultimo degli azzurri a segnare in trasferta in campionato, il 16 dicembre scorso a Cagliari) e sigla il terzo gol su punizione diretta: solo Messi è stato capace di fare come lui in stagione nei Top 5 campionati europei. Il Parma tenta il risveglio nella ripresa, ma il rigore concesso da Chiffi per un'ingenuità di Malcuit viene giustamente annullato dal Var e da Di Bello per lo sgambetto precedente di Gagliolo su Callejon.
Ounas, appena entrato al posto di Milik, si regala il bis personale dopo il gol allo Zurigo giovedì scorso. Il poker è servito, la porta del Napoli resta inviolata per la quinta gara di fila, ora il pensiero va alla sfida con la Juve. Purtroppo però lontana 13 punti.
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