Il Sassuolo resta l'ultimo tabù di un Napoli dai grandi numeri e così nell'uovo di Pasqua la squadra di Sarri trova un misero pareggio in rimonta - agguantato per altro con un goffo autogol di Rogerio in ritardo su Callejon - che non interrompe la serie positiva in trasferta (28 gare e 18 mesi di fila) ma che suona come una sconfitta. Quel Sassuolo strapazzato dalla Juve due mesi fa allo Stadium ha invece mostrato ieri il vestito di gala rivelandosi avversario ostico per i partenopei, considerando che la classifica degli emiliani è deficitaria.
Ma è il Napoli che da qualche settimana non mostra più il suo volto brillante: quella quaterna subita dalla Roma al San Paolo era stato un primo campanello d'allarme, il pari di Milano con l'Inter e la vittoria sofferta con il Genoa avevano confermato che il motore non va più a pieni giri. E anche la difesa dei 16 clean sheet, ovvero di oltre metà delle gare senza subire gol, non sembra più così invalicabile, con Albiol e Koulibaly stranamente imprecisi nelle rare sortite offensive della squadra di Iachini.
Il Sassuolo è ancora tabù per Sarri come nei due precedenti: il ko nella gara d'esordio sulla panchina azzurra, il pari nella scorsa stagione che poi costò il secondo posto lasciato alla Roma. E pari è stato ieri in rimonta, l'ottava stagionale da una situazione di svantaggio ma che stavolta non si è tramutata in vittoria. Che sarebbe stata utile per tentare un temporaneo sorpasso alla Juve, ma che invece lascia gli azzurri a inseguire la truppa bianconera.
Giocare contro le piccole in lotta per la salvezza non è semplice in questo momento della stagione, ne sa qualcosa anche la Juve che prima della sosta aveva lasciato punti alla Spal. Ma il Napoli attuale, ieri con i titolarissimi orfani di Hamsik per 75 minuti (Zielinski non è stato all'altezza), con un tridente sulle gambe e la difficoltà a imbastire il proprio gioco, vive solo di grandi fiammate. E il pari conquistato al Mapei Stadium è arrivato con grande fatica dopo tanta supremazia, ma poca concretezza. Certo, se Insigne avesse segnato dopo 7 minuti si sarebbe forse parlato di un'altra gara. Restano le parate di Consigli (almeno quattro) ma anche l'errore di Berardi che a inizio ripresa poteva addirittura legittimare il temporaneo vantaggio del Sassuolo.
Vantaggio, segno del destino, siglato da quel Politano che a due minuti dalla fine del mercato invernale sembrava sul punto di indossare la maglia azzurra. Due mesi dopo l'ultimo gol al Crotone, l'attaccante ha deciso di sbloccare il suo digiuno nel 2018 proprio contro gli azzurri su palla inattiva, situazione nella quale in altri tempi il Napoli non avrebbe concesso nulla agli avversari.
«Abbiamo sofferto perchè siamo andati in svantaggio in maniera strana - così Sarri -. Dare ritmo alla gara non era semplice, per la densità e soprattutto l'atteggiamento concesso dall'arbitro agli avversari. Purtroppo creiamo tanto ma sfruttiamo una percentuale bassa di palle gol e in questa gara ci è mancata anche la qualità tecnica in fase di impostazione». In un momento di crisi, il Milik di nuovo a buoni livelli (ieri ha scheggiato la traversa in rovesciata) può tornare utile. «Ha accumulato 4-5 ingressi con noi e un paio in Nazionale, comincia ad avere una buona condizione - sottolinea Sarri -. Con il Sassuolo è stato pericoloso, per noi è molto importante averlo recuperato».
Il 22 aprile si avvicina, sarà la data chiave per lo scudetto con Juve-Napoli allo Stadium. «Noi vogliamo arrivare a 87 punti, il record di punti del Napoli di tutti i tempi», svicola sull'argomento il tecnico. Forse perchè da ieri il titolo è un po' più lontano.
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